Ripiegati su noi stessi?

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Siamo forse così preoccupati e presi dai nostri problemi e dai nostri guai, che pur esistono e sono anche gravi per parecchie persone; siamo così preoccupati dai nostri problemi da dimenticarci, o ancora peggio, ignorare deliberatamente i problemi degli altri?
“Prima risolviamo i nostri problemi, poi, quando avremo finito con i nostri, ci occuperemo (forse, se ne abbiamo ancora voglia, se qui e se là…) dei problemi degli altri”.
È un ritornello che già sentivamo prima della pandemia, e che si era imposto all’attenzione di tutti, condito com’è di buon senso comune.
Adesso, con gli attuali problemi, è diventato un “mantra”, una frase che si ripete e che non ammette contestazioni.
E così rischiamo di dimenticarci, anche noi credenti, che la ricetta, se ne esiste una, per risolvere i problemi, contiene necessariamente l’ingrediente “solidarietà”.
In altre parole: se i cinque pani e i due pesci ce li teniamo per noi, finiamo per restare affamati. Se invece li mettiamo a disposizione, ci saziamo noi e gli altri.
Assurdo? Certo, è vangelo!
Un caro saluto.

don Gianni.