Scarica il bollettino “Insieme” del 26 Novembre 2017
Leggo un’intervista a M. Recalcati, uno psicanalista che, da
psicanalista, parla del perdono:
“Perdono non è una parola che appartiene al lessico
psicoanalitico. Io la eredito dalla tradizione cristiana. È nella
cultura cristiana che il perdono diventa la prova più grande
dell’amore… Nel perdono l’altro è amato non perché ci
restituisce la nostra immagine ideale, ma nonostante abbia
lacerato quell’immagine.”
Lui parla in particolare del perdono all’interno della coppia,
ma penso che possa applicarsi ad ogni situazione.
E trovo qui una conferma di una caratteristica del Vangelo.
Quando una scienza umana riconosce il perdono come qualcosa
di profondamente umano, che risponde cioè alle aspirazioni più
autentiche dell’umanità, vuol proprio dire che il Vangelo non ci
impone “pesi celesti” che soffocano la nostra umanità, ma “pesi”
(cose che restano comunque difficili da vivere e che non sono
automatiche o spontanee), che però ci rendono più “umani”.
Del resto non potrebbe essere diversamente. So che rischio
di ripetermi, ma se è Dio che ci ha fatti, è probabile che sappia
anche come “funzioniamo”.
Un caro saluto.
don Gianni.