Scarica il bollettino Insieme del 8 gennaio

Cari parrocchiani,
la festa del Battesimo di Gesù ci ricorda che anche il nostro Battesimo è stato un’immersione nella “Sorgente della Vita”, l’inizio del nostro abitare in Dio, dopo che Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi.
Lo squarciarsi dei cieli, poi, ci rivela l’orizzonte nuovo che si apre sopra di noi; ed è quello squarcio che cerchiamo dentro le vicende quotidiane, perché ci aiuti a illuminare e a rileggere con speranza quello che viviamo. Da questo cielo aperto viene a noi, come a Gesù, lo Spirito divino, in forma di colomba.
È la vita stessa di Dio capace di avvolgerci con il suo calore, di entrare in noi, trasformando affetti, gesti, parole, azioni.

don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 25 dicembre

Scarica la lettera di suor Annarita

Cari parrocchiani,
desidero augurarvi un buon Natale all’insegna della concordia e della pace! Nonostante qualche strascico di pandemia possiamo ritrovarci più serenamente nella “normalità”. Invece non possiamo
dimenticare chi nel mondo vive ancora nell’ingiustizia sociale e nell’angoscia della guerra, come nella vicina Ucraina. E mentre Papa Francesco rinnova i suoi appelli alla pace noi ci impegniamo a pregare affinché Dio illumini i potenti della terra. Purtroppo anche nella nostra società vediamo tanto egoismo e tanta
cattiveria dinanzi a cui siamo chiamati a seminare la solidarietà e la pace nei nostri ambienti di vita quotidiana. Il Natale di Gesù ci “regali” la capacità di allargare i nostri cuori e le nostre menti talvolta
induriti da un individualismo dilagante. Con l’“incarnazione” Dio si è preso cura di noi ricordandoci di che pasta siamo fatti ma anche a quale spessore “umano-divino” possiamo arrivare se anche noi ci prendiamo cura gli uni degli altri.

Ancora a tutti buon Natale!
don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 18 dicembre

Cari parrocchiani,
prendendo con sé Maria sua sposa, Giuseppe la prese come dono di Dio, con il Bambino che portava dentro di sé, condividendo la sua fede, la sua attesa, adorando il mistero della sua maternità.
Giuseppe ha esercitato la sua paternità nei confronti di Gesù chiamandolo per nome, annunciando per primo al mondo che la salvezza è presente, che solo in quel nome possiamo essere salvati.
La vita di Giuseppe consistente nell’accogliere con premura, con gioia e come promessa di speranza quel Bambino e sua Madre, nel difenderlo, per poi scomparire sereno, silenziosamente nell’abbraccio del Padre.
Anche noi in questi giorni siamo chiamati ad accogliere Gesù, a chiamarlo per nome, nella nostra quotidianità. In tal modo anche la nostra vita diventa storia di salvezza per il mondo.

don Christian

Cari parrocchiani,
il Vangelo di oggi ci dice che l’opera di Dio è un’opera di trasformazione interiore che inizia in noi e non fuori di noi. Il Messia non viene costringendo tutti ad obbedirgli così che Lui aggiusterà tutte le cose storte. No, Egli viene non costringendo nessuno. Egli, in modo nuovo, viene per portare l’uomo dalla sua condizione di incompletezza alla condizione di figlio di Dio. È un cambiamento interiore, non secondo i nostri gusti e desideri, ma secondo il desiderio di Dio su di noi, che è molto più grande e più bello di ciò che noi possiamo immaginare. Beato, dunque, colui che sa accogliere la novità di Dio nella propria vita!

don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 11 dicembre

Scarica il bollettino Insieme del 4 dicembre

Cari parrocchiani,
quando gli uomini sognano una nuova società parlano certamente di un mondo in cui si affermano la giustizia e la pace.
Ma quante volte il sogno rimane in realtà centrato su loro stessi. Il mondo perfetto, in fondo, è quello che garantirà il loro potere e per suo mezzo li renderà invulnerabili.
La liturgia di questa seconda domenica di Avvento risalta, invece, la distanza che separa il Regno di Dio da quello desiderato spontaneamente dagli uomini.
In esso la potenza del Messia è il servizio e la prima qualità dei suoi discepoli è la capacità di accoglienza e ciò suppone una conversione radicale.

Don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 27 novembre

Cari parrocchiani,
il diluvio segna la fine di un mondo, ma soprattutto l’inizio di un mondo nuovo, più bello; quello che propone Gesù.
Perciò Gesù ci invita a non essere distratti o sfiduciati.
Lui viene, e viene per aiutarci a impostare un mondo dove ci sia giustizia e pace per tutti. Ci incoraggia a essere tutti non figli della violenza e dell’egoismo, ma figli dell’uomo, persone umane che amano l’umanità.
Uno viene preso e uno lasciato; non si sa se è più fortunato chi viene preso o chi viene lasciato, ma certamente è fortunato chi è attento a questa venuta del Signore e gli dà
importanza.
Riguardo poi al giorno, è e sarà sempre oggi. Per questo siamo chiamati a vivere il presente perché il Signore viene non nel futuro, non nei sogni, ma oggi, aiutandoci ad affrontare i problemi che incontriamo tutti i giorni.
La preghiera ci aiuti a rimanere attenti, in ascolto.
Il Signore viene e ci dà tante opportunità di fare del bene. Cogliere queste opportunità ci fa stare bene e in comunione con tutti.

Don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 20 novembre

Cari parrocchiani,
oggi celebriamo Gesù Cristo, Re dell’Universo, celebriamo il Signore dei signori, celebriamo Colui che presiede al tempo e a tutta la storia, il Dio con noi. E mentre davanti ai nostri occhi e alla nostra intelligenza svettano parole piene di grandiosità e onnipotenza, ai nostri orecchi arriva travolgente e destabilizzante la parola del Vangelo, che prendendoci per mano ci porta lì dove il Re è stato incoronato, giudicato, riconosciuto e ucciso: il Golgota.
Egli, infatti, è un Re al contrario dei re di questo mondo, crocifisso tra malfattori; è un Re condannato dai poteri religioso e politico; è un Re che salva gli altri e non sè stesso. “Questo ladrone – commenta S. Giovanni Crisostomo – con la sua fede ha rubato anche il paradiso. Nessuno prima di lui ha mai sentito una simile promessa: né Abramo, né Isacco, né Giacobbe, né Mosè, né profeti, né gli apostoli. Il ladrone entrò in paradiso prima di tutti loro. Ha visto Gesù tormentato e lo ha adorato come se fosse nella gloria, lo ha visto inchiodato a una croce e lo ha supplicato come se fosse stato sul trono, lo ha visto condannato e gli ha chiesto la grazia come a un re. O ammirabile ladrone! Hai veduto un uomo crocifisso e lo hai proclamato Dio!”.

Don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 13 novembre

Incontro di comunità

Cari parrocchiani,
la caduta del tempio di Gerusalemme è un segno della precarietà delle nostre costruzioni, della fragilità del mondo e di tutte le cose. Gesù sa che di fronte alla caducità, ai problemi della realtà può nascere la tentazione di lasciar andare il tempo e le cose al loro destino, rifugiandosi nell’evasione, nella superficialità, o richiudendosi nella paura.
E senza dare alcuna risposta precisa alle febbri apocalittiche sempre presenti nella storia – anche tra i credenti – ci invita, invece, a vivere pienamente il presente, a valorizzare con la perseveranza i giorni che Dio ci dà, affinché riusciamo ad andare in profondità, leggendo i segni dei tempi e vivendo con vigilanza il quotidiano, mai dimenticando ma – al contrario – conservando la memoria della promessa del Signore e attendendo che tutto si
compia.

Don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 6 novembre

Cari parrocchiani,
in ognuno di noi c’è un piccolo “sadduceo” incapace di credere che la “risurrezione” sia anche per lui e di avere uno sguardo che va oltre le sue “morti” quotidiane.
Ma una vita a cui non dai più “amore” è una vita che non è più in grado di “generare”! Essere figli del “Dio dei viventi” significa, invece, lasciarsi trasformare ogni giorno, interiormente ed esteriormente, dall’amore.
Essere figli del “Dio dei viventi” significa uscire da sé per incontrare gli altri e l’Altro, perché solo così la vita può generare altra vita, riconoscendo quella
voce d’amore che dice che non è possibile che finisca tutto qua.

Buona domenica di risurrezione!
Don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 30 ottobre

Zaccheo, pur appesantito dal peccato, dalle ricchezze, dal disprezzo della gente, ha ancora l’energia di correre e salire su un albero per vedere Gesù che invece è da Lui visto.
Anzi, adesso deve scendere: perché il Signore gli parla, si autoinvita, desidera entrare nella sua quotidianità.
Così, in ogni Eucaristia, Gesù ci chiama per nome, come ha fatto con Zaccheo, e ci invita a cenare con Lui. Questo pasto, segno del suo amore, ci apra gli occhi e il cuore per accorgerci che ci sono attorno a noi tante persone da aiutare con la nostra condivisione.

Don Christian