La ricetta di papa Francesco per i cresimandi

scarica il bollettino Insieme del 15 aprile

“Quando avevi la nostra età, cos’è che ti ha aiutato a crescere nell’amicizia con Gesù?” hanno chiesto i cresimandi a papa Francesco.
E lui ha risposto ricordando le tre cose che l’hanno aiutato da ragazzo a crescere nell’amicizia con Gesù:
La prima. Parlare con i nonni. Perché i nonni posseggono la saggezza della vita.
Poi. Giocare con gli amici. Questo aiuta a crescere nell’amicizia con Gesù, anche se si litiga, perché poi si fa la pace, e fare la pace con gli amici significa far la pace con Gesù.
E terzo. Frequentare la parrocchia e l’oratorio, perché si impara a stare assieme agli altri e aiuta a pregare un po’ di più, (anche se, ha sottolineato, non vi piace tanto andare a messa…).
Una ricetta che sembra banale, ma ovviamente non lo è. Sappiamo tutti che nella semplicità di Francesco abita una sapienza (quella dei sette doni dello Spirito Santo) che vale per ogni cristiano, anzi vale per ogni persona retta.
Ed è questo il pensiero che propongo ai nostri nuovi cresimati, freschi freschi. Ed è un augurio da papa.
Un caro saluto.

don Gianni.

Vide e credette

scarica il bollettino Insieme del 8 aprile
L’evangelista Giovanni, nel raccontare i fatti della mattina di Pasqua, quando lui con Pietro corsero al sepolcro di Gesù su segnalazione di Maria Maddalena che aveva trovato la tomba vuota, dice che entrò nel sepolcro, “vide e credette”.
Cos’è che vede Giovanni di speciale? Niente che non abbiano visto anche Pietro e la Maddalena: le bende gettate per terra e il sudario piegato e messo lì, da una parte.
Dettagli, piccoli dettagli.
Eppure qualche volta sono i piccoli dettagli che diventano determinanti.
Non è così che succede spesso anche a noi?
Una manciata di secondi che ci fa perdere un autobus, una conversazione sentita per caso che ci apre una possibilità insperata, l’incontro con una persona…
Cose a caso. Veramente? O non sono piuttosto il filo della Provvidenza che percorre la nostra esistenza in un ricamo d’amore?
Questione di fede, certo.
Questione di dettagli, appunto. Come Giovanni, che dalle bende gettate lì per terra e dal sudario ripiegato un po’ più in là, vide e credette.
Buona Pasqua allora può voler dire anche sapere leggere il ricamo, a volte strano e incomprensibile, di questo filo della Provvidenza divina nella nostra vita.
Un caro saluto.

don Gianni.

Ti vediamo, Gesù risorto

scarica il bollettino Insieme del 1 aprile

Ti vediamo, Gesù risorto. Facciamo un po’ fatica, è vero, ma ti vediamo. Ti abbiamo visto sofferente nella via crucis, adesso ti vediamo nella gloria della risurrezione.
Sì, sei proprio tu! Porti i segni delle tue ferite: la tua gloria non cancella il dolore, anzi dalle tue ferite aperte da lancia e chiodi e flagelli continua a fluire il tuo amore per l’umanità: ma vedo che sono ferite quelle che non fanno male, ma bene.
Fanno bene a te e fanno bene anche a noi.
Ti vediamo, Gesù risorto, nel bene che riusciamo a percepire e gustare in questo mondo che sembra girare al
contrario.
Ti vediamo nel bene che riceviamo e in quello che facciamo: nelle nostre mani che non sono sempre e solo pugni o artigli, ma che sanno anche accarezzare, nei nostri piedi che
sanno affrontare anche salite faticose e dolorose, nelle nostre spalle che accettano di portare con te anche la croce.
Ti vediamo, Gesù risorto, e nei tuoi occhi sereni scorgiamo riflesso (almeno un po’) anche il nostro volto.
Buona Pasqua

don Gianni.

Confidenza

scarica il bollettino Insieme del 25 Marzo

O Gesù, agnello immacolato,
tu mi sei padre e madre,
tu mi sei fratello e amico.
Tu sei colui che è, e niente esiste fuori di te.
È un’antica preghiera a Cristo e mi suggerisce un pensiero, o meglio, un atteggiamento con il quale vivere la settimana santa: la confidenza.
Confidare in Dio, saperci affidare a Lui, senza quella paura, che magari rimane nel fondo del nostro cuore, di essere pesati e trovati scarsi; sentirci anche un po’ riscaldare il cuore
dall’atmosfera delle celebrazioni della settimana santa, avvertirne il fascino e la bellezza ed accorgerci che vi
rispondiamo (quasi) senza fatica.
Forse, al contrario, qualcuno le vive come uno spiacevole obbligo al quale non ha il coraggio di sottrarsi.

Rivestiamo anche questo “obbligo” di tenerezza: è possibile, è bello e ci fa
bene.
Allora non solo sentiremo Gesù come fratello e amico, ma sentiremo anche noi stessi come fratelli e amici suoi.
Buona settimana santa.

don Gianni.

Proteste in chiesa

scarica il bollettino Insieme del 18 marzo

Un tristissimo fatto di cronaca recente: un uomo, reso pazzo
dalla gelosia, spara alla moglie e alle figlie, uccidendo queste ultime e infine si uccide. Penso che tutti abbiamo presente questo fatto di cronaca, e penso che tutti ne siamo rimasti sconvolti.
Mi ha colpito, in modo diverso, ovviamente, anche la notizia, sottolineata da tutti i media, che al funerale delle bambine, all’invito del celebrante a pregare per il padre, si sia levato nella chiesa un brusio di protesta. Mi chiedo perché.
Se c’è qualcuno che ha un bisogno particolare della misericordia di Dio, non è proprio questo padre?
Pregare per qualcuno che ha compiuto un gesto simile, significa forse giustificare in qualche modo il suo gesto?
Forse stiamo diventando così “politicamente corretti” che ci sentiamo a disagio, anche come credenti, a infrangere le barriere imposte dalla disapprovazione sociale?
In un commento giornalistico ho letto che non si può imporre il perdono perché il perdonare è un qualcosa che non si improvvisa. È vero: il perdono nasce e si sviluppa col tempo e deve maturare nell’intimo. Ma il perdono nasce dalla preghiera.
Un caro saluto.

don Gianni.

Proteste in chiesa

scarica il bollettino Insieme del 18 marzo

Un tristissimo fatto di cronaca recente: un uomo, reso pazzo
dalla gelosia, spara alla moglie e alle figlie, uccidendo queste ultime e infine si uccide. Penso che tutti abbiamo presente questo fatto di cronaca, e penso che tutti ne siamo rimasti sconvolti.
Mi ha colpito, in modo diverso, ovviamente, anche la notizia, sottolineata da tutti i media, che al funerale delle bambine, all’invito del celebrante a pregare per il padre, si sia levato nella chiesa un brusio di protesta. Mi chiedo perché.
Se c’è qualcuno che ha un bisogno particolare della misericordia di Dio, non è proprio questo padre?
Pregare per qualcuno che ha compiuto un gesto simile, significa forse giustificare in qualche modo il suo gesto?
Forse stiamo diventando così “politicamente corretti” che ci sentiamo a disagio, anche come credenti, a infrangere le barriere imposte dalla disapprovazione sociale?
In un commento giornalistico ho letto che non si può imporre il perdono perché il perdonare è un qualcosa che non si improvvisa. È vero: il perdono nasce e si sviluppa col tempo e deve maturare nell’intimo. Ma il perdono nasce dalla preghiera.
Un caro saluto.

don Gianni.

Accoglienza, nonostante

scarica il bollettino Insieme del 11 marzo

Questa domenica la diocesi di Trento celebra la giornata del rifugiato e del migrante con una manifestazione pubblica a Riva del Garda.
La celebra nonostante che il clima generale non sembri proprio favorevole a discorsi legati all’accoglienza…
Siamo testardi? Rischiamo di perdere “adesioni” con questo atteggiamento? E sia, non è un problema. L’unico problema sarebbe che qualche cristiano faccia distinzioni dicendo che vangelo e teoria sono una cosa, vita sociale e pratica un’altra.
Non è che la comunità cristiana pretenda una società costruita sul vangelo, ma una società in cui coloro che si rifanno al vangelo propongano ed elaborino soluzioni ai vari problemi dell’umanità, soluzioni ispirate al vangelo.
Un augurio: che le nostre comunità si rendano sempre più attente alle tematiche dell’accoglienza, senza ingenuità, senza far finta che non ci siano problemi, senza nascondersi le difficoltà, ma allo stesso tempo senza cedere alla paura, al sospetto.
Con carità cristiana, insomma.
Un caro saluto.

don Gianni

Meno violenti e più miti

scarica il bollettino Insieme del 4 marzo

Mi pare che salti agli occhi di tutti che viviamo in una società tendenzialmente violenta. Noi Italiani, poi, ce ne accorgiamo ancora di più: le vicende di questa campagna elettorale ci hanno immerso in una violenza quotidiana, una violenza nei rapporti tra le persone che sembra diventata fisiologica, normale, accettata dal buon senso comune.
Ovviamente non si arriva a giustificare le azioni estreme, le efferatezze, la crudeltà gratuita. Però quella violenza verbale, quell’insultarsi ad ogni pié sospinto, quel considerare ‘nonpersone’ quanti non la pensano come noi, sembra far parte di un atteggiamento che molte persone accettano senza troppi problemi e considerano innocuo.
Credo che dobbiamo far attenzione a quella violenza che sembra innocua, solo folcloristica, e che sembra incapace di concretizzarsi in comportamenti violenti. Ce ne dobbiamo guardare perché costruisce una mentalità distorta che non
favorisce certo l’armonia di una società.
Papa Francesco ci invita al digiuno che toglie forza alla nostra violenza, ci disarma e ci aiuta a crescere alla scuola del vangelo, per diventare sempre di più persone miti: quelle persone che, come dice Gesù, sono beate ed erediteranno la terra.
Un caro saluto.

don Gianni.

È bello …

scarica il bollettino Insieme del 25 febbraio 2018

… per noi stare qui, dice S. Pietro al Signore Gesù.
E immagino ognuno di noi che ripete, magari con parole diverse, la stessa meraviglia: è bello per me stare qui, stare con te, stare con voi.
Ci sono dei momenti della vita, in cui tutti noi abbiamo sentito forte questa “seduzione”, attimi o periodo in cui abbiamo sentito il cuore riscaldato dall’amore verso qualcuno, verso l’amato o l’amata, la famiglia, il Signore.
Per qualcuno, molti ci auguriamo, questo momento continua a durare; basta solo richiamarlo alla memoria del cuore, quando sembra appannarsi.
Per qualcun altro, purtroppo, l’incanto s’è rotto: le avversità della vita, forse anche la superficialità o la cattiveria umane hanno fatto sì che non si possa più richiamare la bellezza di un incontro senza sentirsi feriti.
Beati noi, se guardando alla nostra vita, magari anche a qualche coccio prodotto nel nostro cammino, siamo capaci di dire, sempre e comunque: grazie, Signore!
Un caro saluto

don Gianni.

Cuori freddi

Scarica il bollettino Insieme del 18 febbraio

Riprendo il messaggio di quaresima di papa Francesco, là dove parla di ‘raffreddamento della carità’ che provoca un cuore freddo.
Nella Bibbia non si parla molto di cuori freddi: forse perché gli Ebrei avevano poca esperienza diretta di ghiacciai, e invece più esperienza di deserti rocciosi, parlano piuttosto di cuori di pietra.
Ma per noi, che siamo gente del freddo, risulta molto eloquente l’espressione ‘cuore di ghiaccio’. Esprime una durezza, una spietatezza, un’insensibilità che mettono a disagio.
Perfino il poeta Dante, in fondo all’inferno, nella Divina Commedia, non mette un gran fuoco, ma uno stagno di ghiaccio, in cui è immerso Lucifero…
Stiamo attenti allora, ci dice papa Francesco, ai segni del raffreddamento del nostro cuore: prima di tutto l’avidità, poi la violenza, il pessimismo, la litigiosità esasperata, il fissarsi solo sulle cose che ‘appaiono’…
Sono tutti segni che abbiamo bisogno di riaccendere o di ravvivare la fiamma del cuore.
E la quaresima ci mette a disposizione il combustibile adatto.
Un caro saluto.

don Gianni