Ringraziando…

scarica il bollettino Insieme del 11 novembre

Ogni anno torna la festa del ringraziamento, a ricordarci un atteggiamento che altrimenti rischierebbe di scomparire dalla faccia della terra: la gratitudine.
O meglio, non è che non ci sia più gratitudine a questo mondo, ma spesso è intesa male, come una contropartita “dovuta” al potente di turno per “favori” ricevuti.
Favori talvolta innocenti, qualche volta invece non proprio limpidi.
Ma noi abbiamo bisogno non di “rendere favori”, ma di essere grati, di una gratitudine libera, di poter dire
semplicemente grazie senza sentirci costretti a ricambiare.
Anche col Signore, anzi, soprattutto col Signore!
Abbiamo bisogno di essergli grati senza sentirci obbligati ad essere buoni: la bontà allora sarà un frutto
naturale e spontaneo della gratitudine.
Come i bambini che non possono rendere i favori che ricevono.
Forse è anche questo un aspetto di quel regno dei cieli in cui possono entrare solo coloro che sanno farsi bambini.
Un caro saluto.

don Gianni.

Le funi caddero per me su una terra che mi piace…

scarica il bollettino Insieme del 4 novembre

Mi è sempre piaciuta questa (vecchia) traduzione del salmo 15, che esprime il fatto che il credente guarda con
favore, con animo positivo, la situazione in cui si trova.
È come se dicesse al Signore: “mi hai messo qui, in questa situazione, con queste persone, con questi problemi e
con queste difficoltà; riconosco che è la situazione migliore per me.”
Lo so che possono sembrare discorsi da fantascienza a chi vive situazioni difficili, talvolta disperate, eppure…
Eppure penso che un atteggiamento sostanzialmente positivo sia indispensabile per la serenità di chi sa reagire facendo i conti con la realtà senza perdersi in sterili lamenti o in
fantasie irrealizzabili.
Mi piace questa terra in cui mi trovo, in cui il Signore mi ha messo. Qualche volta magari brontolo, qualche volta magari invidio l’erba del vicino che è sempre più verde della mia, ma poi mi accorgo che è qui che sono chiamato a seminare e a coltivare, e cerco di farlo al meglio.
Grazie, Signore.
Un caro saluto,

don Gianni.

Solletico al diavolo

scarica il bollettino Insieme del 28 ottobre

Papa Francesco ha invitato noi credenti alla recita del rosario per contrastare l’azione del diavolo contro la chiesa.
Ma capita a tutti (quelli che pregano, ovviamente) di avere l’amara impressione che invece di riuscire a contrastare l’azione del demonio, il più delle volte riusciamo a malapena a fargli… il solletico.
E non solo nella preghiera.
In ogni campo sembra di poter fare così poco per contrastare il male del mondo… solo solletico, appunto.
Le forze dell’ordine sequestrano una grossa partita di droga: solo solletico al grande commercio mondiale.
Le persone oneste pagano regolarmente le tasse: solletico nei confronti dei grandi evasori.
Ci si impegna per la pace con gesti di perdono e di amicizia: solo solletico di fronte al commercio di armi. E così
avanti… solletico l’azione educativa dei genitori, l’impegno nel lavoro, la dedizione in famiglia… Solo solletico, concludiamo sconsolati! Solo solletico??
Abbiate fede, ci dice Gesù, neanche un bicchier d’acqua andrà perduto. Meno male!
Un caro saluto.

don Gianni

Eccoci, siamo pronti

scarica il bollettino Insieme del 21 ottobre

Da una preghiera dei missionari…
“Eccoci pronti, Signore Gesù.
Pronti a correre sulle strade della nostra vita per testimoniare il Vangelo.
Pronti a correre sui ponti del mondo, come gli apostoli han corso sulle tue orme.
Pronti a correre sulle strade della gioia, perché nessuno sia solo e triste.
Pronti a correre sulle strade della condivisione per abbattere il muro delle disuguaglianze.
Pronti a correre sulle strade della compassione per vincere il filo spinato dell’indifferenza.
Pronti a riconoscerci fratelli in cammino con tutta la gente del mondo sulle tante strade che, da mille e mille punti nel mondo, conducono allo spiazzo sterminato del tuo amore, il cui nome è missione”. (ispirato da “L’animatore Missionario 4/18).
Come tante preghiere che tessono il nostro rapporto col Signore, anche questa esprime un desiderio, un anelito più che una realtà. Insomma ci proviamo! Anche in questa giornata missionaria mondiale 2018.

Buona domenica

don Gianni

Rendo grazie a Dio

scarica il bollettino Insieme del 14 ottobre

“In un’epoca storica dove essere cristiani è fuori moda, ora che la chiesa è condannata perennemente da mass-media affamati di scandali… ora io, con i miei 21 anni combattuti,
con le mie lotte e i miei dubbi, io rendo grazie a Dio… lo ringrazio perché mi ha fatto vivere il Vangelo”.
È una delle testimonianze che una ragazza che ha passato il mese dell’esperienza estiva con il centro missionario in una missione in Asia, ha reso alla veglia missionaria diocesana nei giorni scorsi.
È il fascino che il vangelo continua ad esercitare; ma è anche il fascino, oso dire, della chiesa. Questo fascino che ‘sta povera comunità cristiana riesce ancora ad esercitare quando è vicina al vangelo. Il che sembra capitare, purtroppo, quasi solo nei paesi di missione.
E noi qui, fedeli e preti, spesso un po’ stanchi e appannati, perseveriamo nella speranza che il profumo del vangelo, e anche, perché no, quello della chiesa, continuino ad effondersi
in questa primavera dell’umanità, riuscendo a vincere la puzza delle nostre mediocrità.
Un caro saluto.

don Gianni.

Preoccupazioni e sogni

scarica il bollettino Insieme del 7 ottobre

In queste settimane di ripresa delle attività consuete delle nostre comunità cristiane, il nostro vescovo Lauro ha espresso più volte qualche preoccupazione che lo rattrista, ma anche un grande sogno, una bella speranza che si porta dentro.
Le preoccupazioni? Beh, a livello sociale confessa di essere preoccupato dal clima sempre più litigioso della nostra società dove si litiga, e qualche volta violentemente, su tutto e per tutto.
A livello di comunità cristiana lo preoccupa non poco la prospettiva che la nostra religiosità possa sclerotizzarsi, per ridursi ad essere un insieme di tradizioni, di riti vuoti, ma senza fede viva: insomma che le nostre comunità possano ridursi a
“musei a cielo aperto”, con i credenti quasi razza in via d’estinzione…
Ma c’è anche il sogno, la speranza, il seme che germoglia, ed è costituito da una chiesa che sa raccogliersi attorno al vangelo, una comunità che sa ripetere le stesse parole dell’apostolo Pietro, quando Gesù gli dice di gettare le reti: “Maestro, abbiamo pescato tutta la notte, e non abbiamo preso
nulla; ma sulla tua parola…”
È qui il punto, quando al di là delle nostre delusioni, delle nostre imperfezioni, dei nostri insuccessi, sappiamo avere fiducia nel Signore e gettare le reti sulla sua parola.
Un caro saluto

don Gianni.

Anti-anti

scarica il bollettino Insieme del 30 settembre 2018

Avete notato come sia diffusa la tendenza a definire le persone, il loro modo di agire, una politica, un modo di governare o di fare azione pastorale, addirittura il tifo sportivo con il concetto di anti…qualcosa: antifascista, antiimmigrati, antifrancesco, antijuventino….?
A me personalmente non piace mica tanto: preferisco definirmi pro-qualcosa piuttosto che anti. Per esempio non sono favorevole all’aborto, ma piuttosto che anti-abortista mi definisco pro-vita. Anche antifascista mi va stretto… preferirei pro-democrazia o qualcosa del genere.
Mi pare che l’insistere sull’anti (lo vediamo chiaramente soprattutto in politica), radicalizzi le posizioni, faccia scegliere non tanto in funzione del bene comune, quanto del danno
procurato all’avversario e aumenti in definitiva le divisioni.
La spiritualità di ogni tradizione religiosa, in particolare di quella cristiana, indica il principe del male col nome di “diavolo”, che significa “colui che separa, che crea divisione”. Il vangelo di Gesù, al contrario, ci spinge ad essere creatori di unità, di armonia, di condivisione. Degli anti-diavoli, appunto. (… e qui mi do un po’ la zappa sui piedi…)
Un caro saluto.

don Gianni.

E io che mi lamentavo…

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Se nel mese di giugno ero preoccupato che l’estate passasse senza regalarci un po’ di caldo, adesso, con il senno
di poi, sorrido di queste mie paure, e mi dico “che poca fiducia che avevo.” Infatti di bel tempo ne abbiamo avuto e continuiamo ad averne anche in queste settimane.
Però è strano questo atteggiamento che abbiamo: se le cose non funzionano subito fin dall’inizio, tendiamo al catastrofico, senza dare la possibilità (al tempo, ma soprattutto
alle persone) di tirare fuori il meglio di sè!
Certo i problemi e le difficoltà ci sono sempre, nei singoli, nella famiglia, nelle istituzioni, nella società e nella
chiesa, ma, da discepoli del Risorto, siamo chiamati alla “pazienza”, cioè a quella capacità di affrontare anche le
sofferenze e i disagi della vita senza perdere la speranza.
E così anche quest’anno riprendiamo il nostro normale cammino di comunità con semplicità e con voglia di costruire tutti insieme il regno del Signore.
Un caro saluto

don Gianni.

Amareggiati e preoccupati… anzi no, sereni

scarica il bollettino Insieme del 2 – 9 e 16 settembre

Sono anch’io amareggiato, come immagino la maggior parte dei cattolici, per gli attacchi rivolti a papa Francesco.
Che ci siano polemiche nei confronti del papa non è una novità: ci sono sempre state, anche nei tempi passati, ma finché le polemiche vengono da ambienti anticlericali, si possono anche capire.
Il brutto è che adesso le bordate più grosse contro Francesco vengono proprio da settori ufficiali della chiesa, da alti esponenti della gerarchia: questo dà la misura della gravità della situazione e della confusione che regna anche sul ponte di comando della barca di Pietro.
E mi verrebbe da aggiungere che siamo preoccupati per il fatto che su questa barca in balia della tempesta, Gesù dorme tranquillamente. Storia vecchia: la barca rischia di affondare e lui dorme.
E quando, a forza di scuoterlo, si risveglia, non si agita mica. Anzi ci chiede, facendo un po’ lo gnorri, cosa abbiamo da essere così preoccupati: non avete ancora fede?
A questo punto non ci resta altro da fare che gettare la nostra preoccupazione in fondo al mare e tirar fuori un supplemento di serenità.

Così dice Lui. E sia!
Un caro saluto

don Gianni.

O così o pomì

scarica il bollettino Insieme del 12 16 e 29 agosto

Prendere o lasciare: mi sembra possa essere la sintesi dell’atteggiamento della folla nei confronti di Gesù, come
leggiamo nel vangelo di queste domeniche.
Siamo disposti a seguirti, siamo disposti a credere in te, ma a modo nostro, secondo i nostri criteri e soprattutto secondo i nostri desideri e secondo quello che ci conviene.
A dir la verità, è anche l’atteggiamento che usiamo spesso noi, sia nei confronti di Dio, sia nei confronti del prossimo quando ha bisogno di una mano: sì sì, ma fino a un certo punto.
E se il punto fosse fissato dalla possibilità, cioè se il discorso fosse “ti aiuto fino dove posso”, andrebbe anche bene. Il fatto è che non diciamo “fin dove posso”, ma “fin dove mi va”. È un altruismo a tempo determinato e qualche volta a “voglia determinata”.
Lo so, alibi ne abbiamo a centinaia e sappiamo sempre trovare il modo per giustificare le nostre chiusure e le nostre preclusioni. Ma forse, di tanto in tanto, ci farebbe anche bene chiederci se non stiamo diventando tutti un po’ troppo individualisti.
O addirittura un po’ troppo egoisti.
Un caro saluto.

don Gianni.