Mettiamo che…

scarica il bollettino Insieme del 7 aprile

… che voi siete dei migranti partiti dalla Libia sul solito barcone; mettiamo che avete fatto naufragio e vi ha raccolto una nave mercantile;
mettiamo che questa nave mercantile, obbedendo agli ordini dettati dagli accordi internazionali, vi sta riportando in Libia.
Mettiamo che voi siete dei papà e che nel vostro gruppo ci sono anche le vostre mogli e i vostri bambini; e che siete terrorizzati dall’idea di ritornare in Libia, non tanto per voi, quanto per le vostre mogli e soprattutto per i vostri bambini…
Mettiamo che siete disposti anche a finire il resto dei vostri giorni in prigione pur di evitare questa amara (si fa per dire) sorte ai vostri cari.
Scommetto che prendereste il comandante della nave e lo convincereste, con le buone o con le cattive, ad evitare la Libia e a dirigere la nave verso Malta.
Lo fareste, vero?
Vuol dire che siete dei pirati? Che siete dei fannulloni che cercano la pacchia? Che siete dei buonisti?
No, vuol dire semplicemente che siete dei papà!
Un caro saluto.

don Gianni.

Caro Spirito Santo

scarica il bollettino Insieme del 31 marzo

Caro Spirito Santo,
abbiamo sentito che oggi avrai un bel da fare: dovrai prenderti in carico un bel po’ di ragazzi in giro per il Trentino…
Noi siamo le comunità di Ravina e di Romagnano, e ci sono anche i nostri ragazzi a far la Cresima, oggi. Te li affidiamo con fiducia.
I catechisti e le famiglie che li hanno accompagnati in questi anni, li hanno aiutati ad avere fiducia in Dio, a volergli bene, a Lui e alla chiesa, e hanno cercato di trasmettere loro la convinzione che il rapporto con Dio è qualcosa che arricchisce la vita, che aiuta ad affrontarla nel modo più giusto.
Sappiamo tutti quali siano le difficoltà che la gente del nostro tempo, e i giovani in particolare, incontrano nel vivere la fede, ma abbiamo fiducia che la tua Grazia li aiuterà a trovare la loro strada, ad ascoltare la loro coscienza, a resistere alle seduzioni dell’egoismo e alla spinta a rinchiudersi in se stessi, in modo che possano anche loro, con il loro entusiasmo e la ricerca del bene, costruire un mondo migliore.
C’è tanto del buono in loro. Coltivalo e aiutaci a coltivarlo.
Con affetto.
I tuoi Ravinoti e Romagnani.

Chi crede sul serio

scarica il bollettino Insieme del 24 marzo

Qualche volta magari capita anche a voi di chiedervi se esiste ancora qualcuno che crede sul serio, che prende sul serio la sua fede: non dico qualcuno che non abbia mai nessun dubbio, ma che sostanzialmente cerca e riesce a vivere la sua vita orientato al vangelo.
A me capita di chiedermelo: prima di tutto guardando alle mie incoerenze, ma poi anche reso perplesso da tanti (troppi) esempi non proprio brillanti di cui abbiamo notizia.
Direi allora che per reagire allo sconcerto che ci può prendere, alla tentazione di concludere che tanto non vale la pena, dobbiamo scrutare un po’ sotto la superficie, per vedere e
apprezzare la fede semplice e robusta di tanta gente che agisce bene, giorno dopo giorno, proprio accanto a noi.
Mi viene in mente quello che diceva un vecchio saggio ebreo, che probabilmente viveva a Venezia: che i giusti sono come le palafitte, i pali confitti sott’acqua che sostengono palazzi veneziani. Anche i giusti sostengono l’umanità, senza, di solito, apparire troppo.
Un caro saluto.

don Gianni.

San Giuseppe e la festa del papà

scarica il bollettino Insieme del 17 marzo

Se fare i genitori oggi è più difficile di ieri, questo vale soprattutto per il papà: ci sono un mucchio di analisi sociologiche che parlano di crisi della figura paterna, di società senza padri, di “no all’autorità e sì all’autorevolezza”, e via dicendo, che uno, se volesse seguire tutto quello che si dice sul buon papà, non
saprebbe più dove battere la testa.
San Giuseppe, per fortuna, non parla: nel vangelo parla poco anche la Madonna, ma Giuseppe niente del tutto.
Riveste semplicemente il suo ruolo di rappresentante di Dio Padre.
Penso che questo possa valere anche per ogni papà cristiano: essere consapevole, fiero e felice di incarnare nei confronti dei propri figli la paternità di Dio: protezione, sicurezza, autorevolezza… E pazienza, tanta pazienza. Come il padre della
parabola dei due figli, che scruta ogni giorno l’orizzonte, spiando il ritorno del figlio minore che è partito.
Con fantasia e sapienza, senza ricette preconfezionate che possono aiutare sì, ma non risolvono mai (neanche le 5 regole d’oro per essere un buon papà che trovate in internet), ognuno
deve sviluppare la ricetta del caso.
Un caro augurio allora a tutti i papà. don Gianni.

Fa bene fare il bene

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Fa bene a chi? A me, a te, a tutti e a tutto, a tutta la creazione. È l’idea che sottolinea papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima. Non se l’è mica inventata lui; l’ha presa da S. Paolo che in una sua lettera, quella ai Romani, dice che tutta la creazione attende con impazienza che si manifestino i figli di Dio.
Vuol dire in pratica che tutte le cose di questo mondo hanno fretta che noi, credenti, ci manifestiamo per quello che siamo, cioè che il nostro agire sia più profondamente e più completamente possibile un agire secondo la legge del bene.
È un po’ come se quando sono indeciso tra fare una cosa giusta che mi pesa e farne un’altra ingiusta che invece mi conviene di più, non solo la mia coscienza mi richiamasse a scegliere la cosa giusta, ma addirittura le piante del mio giardino e l’acqua della fontana facessero il tifo per esortarmi a fare la cosa buona.
Semplifico troppo? Un po’ di sicuro, ma non mi pare di essere completamente fuori dal seminato, se è vero che “che tutta la creazione geme, aspettando anch’essa di essere redenta”, cioè liberata dal male.
È un augurio a vivere una buona Quaresima “cosmologica”
don Gianni.

Pagliuzze, travi e macine da mulino

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Ci sono tutti gli elementi per far riflettere noi preti: nei vangeli e nelle cronache di questa settimana. Parlo dello scandalo degli abusi sessuali.
Quante volte ci siamo fermati a considerare e tuonare contro le pagliuzze negli occhi degli altri, a cominciare dai fedeli non troppo fedeli, e ci siamo dimenticati di fare
attenzione alle travi nei nostri occhi: (solo) adesso ce ne accorgiamo, ora che qualcuno gira le travi nelle ferite,
facendoci male.
C’è forse una lezione dietro queste vicende, una lezione che il Signore vuole che impariamo. Forse una lezione di umiltà? Forse una lezione di più silenzio? Se lo scrollone è così violento, probabilmente significa che facevamo troppo i sordi. Ora le parole non servono: anche le vittime ci rinfacciano di coprirci dietro le parole. Allora forse è il momento solo di tacere e di sperare che il Signore Gesù non si stufi di noi (e la macina da mulino da legarsi al collo resti solo un rimprovero!)
Un saluto, un po’ amaro.

don Gianni

Genitori preoccupati

scarica il bollettino Insieme del 24 febbraio

Tutti i genitori sono preoccupati, chi più chi meno, per l’avvenire dei loro figli. Le domande che si fanno, beh, le sappiamo tutti o le possiamo immaginare: troverà lavoro? troverà la sua strada? sarà felice?
Ma alcuni genitori sono più preoccupati degli altri: mi riferisco a quelli che hanno un figlio adottivo straniero.
C’è un sentimento di rifiuto in giro, che se prima era nascosto o represso, adesso sembra aver rotto gli argini della riprovazione sociale e si manifesta addirittura con un certo orgoglio…
Sicché, oltre le difficoltà di tutti, oltre alle difficoltà che derivano magari da vissuti traumatici dei figli, questi
genitori devono chiedersi anche: “ In che mondo, in che società dovrà vivere mio figlio?
La domanda però vale per tutti: vogliamo costruire una società di scritte minacciose sui muri di casa?
E la risposta la costruiamo tutti.
Un caro saluto

don Gianni

Alla fiera dell’est, per due soldi, una pistola mio padre comprò.

scarica il bollettino Insieme del 17 febbraio

La fiera in questione è quella delle armi, che si tiene a Vicenza in queste settimane: sembra che quella delle armi sia la nuova tendenza, in questo clima di delinquenza dilagante e di ricerca di sicurezza… Se poi nasce qualche polemica, per il fatto che qualcuno ci porta i figli e fa provare loro a fare qualche “tiro”, la colpa è dei soliti moralisti bacchettoni che ci vorrebbero tutti inermi e contenti di essere vittime di violenti e delinquenti.
Anche in questo campo mi pare di assistere al ribaltamento delle posizioni, per cui i veri violenti, che non vogliono ordine, tranquillità e sicurezza, sarebbero quelli che si oppongono al libero commercio delle armi… un po’ come succede per i migranti, dove quelli che vogliono veramente bene agli Africani sarebbero quelli che chiedono di chiudere i porti: gli altri sono tutti complici degli scafisti e dei trafficanti di carne umana.
Non è che stiamo diventando così complicati da confondere con troppa disinvoltura il bene e il male?
Sia il vostro parlare sì quando è sì e no quando è no, dice Gesù. Tutto il resto viene dal maligno.
Un caro saluto

don Gianni.

Ma sulla tua parola…

scarica il bollettino Insieme del 10 febbraio

Lo dice Pietro a Gesù, quando il Signore lo invita a gettare le reti: “Ci abbiamo provato tutta la notte e non abbiamo preso niente… ma sulla tua parola…”

Riprovare. A questo ci chiama il Signore, riprovare nonostante gli insuccessi e l’apparente inutilità dell’impegno profuso. Senza perdere la fiducia e la speranza. Vale in tante situazioni umane. Vale per le famiglie in crisi, dove, a quanto dicono gli
osservatori, sembra prevalere la tendenza a dichiarare forfait al primo ostacolo, a ritenere che, siccome ci sono delle difficoltà, ormai l’amore sia morto e sepolto e non abbia più senso cercare di rianimare un cadavere…
Vale spesso nei confronti dei figli, dove la sensazione di aver lavorato per niente diventa talvolta una triste percezione di fallimento…
Vale in chissà quante esperienze di ciascuno…
Insomma, mi fido di te, Gesù, anche se di pesche miracolose, finora, neanche l’ombra!
Un caro saluto.

don Gianni.

Ala di riserva

scarica il bollettino Insieme del 3 febbraio

In occasione della giornata della vita, ricopio da Vita Trentina una preghiera del vescovo Tonino Bello:
“Ti chiedo perdono, Signore, per ogni peccato contro la vita.
Anzitutto per le vite uccise prima ancora che nascessero.
Sono ali spezzate, sono voli che avevi progettato di fare e ti sono stati impediti.
Viaggi annullati per sempre. Sogni stroncati all’alba.
Ma ti chiedo perdono, Signore, anche per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi, per i voli che non ho saputo incoraggiare.
Aiutami, Signore, a dire che “antipasqua” è ogni accoglienza mancata. È ogni rifiuto del pane, della casa, del lavoro, dell’istruzione, dei diritti primari”.
Una preghiera per non abituarci a rifiutare, per non lasciare che il verbo accogliere non si cancelli un po’ alla volta dal nostro vocabolario.
Un caro saluto.

don Gianni