Scarica il bollettino Insieme del 27 giugno
“Sì, sì, di papa Francesco mi fido, ma siamo poi sicuri che le offerte arrivano proprio a lui? E non finiscono invece in mano (anzi in tasca) a qualche prelato affarista e imbroglione? È già successo altre volte, basta pensare a…”.
E qui, di riferimenti negativi ce ne sono, purtroppo, a bizzeffe, e se qualcuno non li ricordasse, basta prendere un giornale di qualche giorno fa…
È vero, la prudenza (la diffidenza?) non è mai sprecata.
Eppure, se i credenti continuano ad essere solidali e donano alla chiesa, vuol dire che un po’ di fiducia è rimasta.
Evidentemente non basta dire che l’importante è la generosità: quella è fondamentale, ma non va disgiunta dalla ricerca, per quanto è possibile, di “andare sul sicuro” per quanto riguarda la destinazione delle nostre offerte.
La diocesi e le parrocchie cercano di essere più trasparenti possibile, pubblicando bilanci e rendiconti; i gruppi caritas agiscono con oculatezza, evitando di dare aiuti alla cieca, scontentando talvolta qualcuno che li vorrebbe più “tipo bancomat”.
È un discorso, questo, della solidarietà, che trova terreno sensibile anche in questa nostra società che appare, in superficie, solo egoista.
Meno male. C’è dell’oro che non luccica, ma che è prezioso e impreziosisce.
Un caro saluto.
don Gianni.