scarica il bollettino Insieme del 14 aprile
Non sono ancora quello che dovrei essere, non sono ancora quello che vorrei essere, ma almeno non sono più quello che ero.
È una frase che ho trovato in rete, presentata come la frase tolta dal diario di un’adolescente. Autentica o no, mi pare esprima bene la “tensione” del credente che cerca di vivere la sua fede.
Non sono quello che dovrei essere (ancora): beh, ognuno di noi riconosce che dovrebbe essere più paziente, o più disponibile, sincero, e via dicendo e cerca di diventarlo giorno dopo giorno.
Non sono (ancora) quello che vorrei essere: vale soprattutto per i giovani, ma anche noi adulti abbiamo dei sogni nel cassetto da realizzare, e se non li abbiamo è brutto segno.
E non sono quello che ero: s’intende che sono migliorato, almeno un po’ (non è sempre vero, purtroppo!). Vuol dire che sto camminando, che cerco di superare le mie chiusure, di addolcire i miei spigoli, di ammorbidire le mie rigidità, con costanza, speranza e pazienza, proteso verso la meta, come dice S. Paolo.
Può essere la sintesi del nostro cammino quaresimale che si sta concludendo con la Pasqua di Gesù, alla quale agganciamo anche la nostra (piccola o grande non importa) pasqua personale.
Buona settimana santa.
don Gianni.