Lettera da Manila

Aprile 2018

Carissimi,

dopo lunga gestazione per questa lettera, finalmente ci siamo!

In fraternita’ siamo poche, e cosi’ cerchiamo di far fronte a quello che si presenta. Siamo in 5 sorelle in questo momento a Manila, piu’ una sorella anziana, Meg,  che ha bisogno di un ritmo piu’ adatto alle sue condizioni, cosi’  sta in un’altra comunita’ e viene ognri tanto per passare un fine settimana o in occasioni speciali. Fra le 5 c’e’ Lilette,  una sorella filippina ammalata di tumore al midollo osseo che pure ha bisogno di attenzione e cure. In questo periiodo Maria Huyen,  vietnamita, e’ dovuta correre a casa perche’ sua mamma e’ in condizioni serie in ospedale, cosi’ restera’ con i suoi finche’ e’ necessario. Cosi’ restiamo in tre: Gones dello Sri Lanka, Gosia polacca che ha imparato l’inglese abbastanza bene e cosi’ potra’ presto andare nell’altra fraternta’ di Masbate per vivere un po’ tra la gente e conoscere la realta’ della vita nel mondo rurale…ed io.

Nella fraternita’ di Masbate, cominciata nel dicembre 2016 in un’isola verso il centro dell’arcipelago (20 ore di viaggio : pullman+ 4 ore di traghetto) ci sono 4 sorelle: due filippine , Cecilia e Binky, con Serafina coreana e Hue vietnamita. La fraternita’ e’ su una collina, vicino ad un villaggio, in campagna. Siamo su un terrreno prestato dalla diocesi, che era coltivato a palme da cocco, il modo migliore per usare un terreno senza dover lavorarlo molto. E’ stato un grosso lavoro per ripulire, dissodare, e trovare una sorgente d’acqua: lo scavo del pozzo e’ durato mesi, ma finalmente c’e’ l’acqua sufficiente sia per le sorelle che per l’orto, che hanno preparato con l’aiuto di qualche vicino per i lavori piu’ pesanti. Cosi’ stanno mettendo radici, sia per verdura e frutta che finalmente possono gustare, che per le relazioni che man mano sono state tessute con la gente.

C’e’ voluto pazienza a tanta attenzione perche’ la gente era abituata che quello era terreno “pubblico” ed avevano l’abitudine di servirsi di quanto potevano usare…per cui all’inizio non era stato sempre facile veder sparire cio’ che stava crescendo o che poteva essere utile…ma con pazienza, perseveranza e rispetto le sorelle sono riuscite a conquistare il cuore dei vicini e adesso va meglio…nel frattempo hanno potuto imparare da loro tante cose preziose, perche nessuna di loro (tranne Hue che c’e’ andata in questi ultimi mesi) ha esperienza rurale. Questo tempo di “apprendistato” in cui si ha bisogno dell’aiuto dei vicini che cosi’ cominciano e conoscerci su un piano di reciprocita’, e’ tempo molto prezioso per tessere relazini che durino…C’e’ un bel gruppetto di giovani che ha preso vita, ed anche la piccola comunita’ cristiana ne gode, ora che anche la cappella del villaggio e’ stata riparata (nuova lamiera per il tetto e una gettata di cemento per il pavimento) cosi’ si puo’ usare sia con il sole che con la pioggia.

 Resta ancora parecchio lavoro per dissodare sistemare il terreno in modo che regga per la stagione delle piogge: essendo in collina, si devono fare dei piccoli terrazzi, ed il sistema locale e’ piantare arbusti in filari che trattengano il terreno…ma bisogna sperimentare e vedere quale e’ il sistema piu’ efficace…e preghiamo che oltre alle piogge e ai frutti della terra  il Signore mandi anche anche operai/e per la sua messe in questa terra filippina…                                              

Tornando a Manila, a parte il lavoro di casa e quello per guadagnarci qualcosa (qualche giornata di pulizie), continuo ad incontrare settimanalmente un gruppetto di vicini, per lo piu’ anziani. E’ una stagione in cui la malattia bussa alla porta di molti dei nostri amici, in modo piu’ o meno serio, a volte anche traumatico. Sono commossa e stimolata dai loro interrogativi e dalla loro fede. Mi fa bene ascoltare e cercare con loro le risposte evangeliche alle grandi questioni della vita: giustizia e perdono, malattia e morte…

Di tanto in tanto vado a trovare i vecchi amici del quartiere di baracche di Diliman/Liwanag (= luogo buio/luce) dove, dopo 25 anni di presenza, abbiamo dovuto chiudere la fraternita’ per poter cominciare in una zona piu’ povera e isolata, Masbate appunto.  I legami costruiti restano, soprattutto per me che avevo cominciato quella fraternita’ quando ero appena arrivata nelle Filippine, ed ho imparato da loro la vita di qui… una lunga storia di amicizia con tante famiglie. Ultimamente abbiamo avuto delle piccole consolazioni che vorrei condividervi. La prima e’ che la cappella del quartiere, dove abbiamo accompagnato il costituirsi di una piccola comunita’ cristiana, e’ diventata parrocchia, includendo altre due cappelle circostanti. La comunita’ e’ cresciuta e si e’ consolidata: era il momento giusto per andare altrove… La cosa piu’ toccante per me e’ stato vedere tra i membri attivi una famiglia “miracolo. Provo a raccontarvi parte della loro storia.

Fernand aveva appena due anni quando l’abbiamo conosciuto. Viveva in una stanzetta piccolissima in subaffitto con la mamma che si guadagnava la vita raccogliendo i numeri per il lotto nero, e forse con altri traffici. Quando lei se ne andava per “lavoro” lui piangeva terrorizzato,come e’ normale per un bambino di due anni lasciato solo. Per farlo zittire lo pestava letteralmente di botte, calpestandolo anche nel fango…non l’ho mai sentita chiamarlo per nome, ma solo “tzzz” come con un cane. Io non potevo intervenire, mi era stato consigliato di non farlo in sua presenza, ma poiche’ ero spesso sulla porta di casa a fare il bucato e la scena accadeva sotto i miei occhi, appena se ne andava lo chiamavo e gli facevo sentire il mio affetto. Lui esitava pieno di paura, ma  poi si lasciava fare, cosi’ e’ nata una convivenza silenziosa tra noi: ha capito che gli davamo attenzione e gli volevamo bene. Quando abbiamo celebrato la Messa di saluto al vicinato, in giugno 2016, ho voluto cercarlo per invitarlo. Molti mi hanno detto di essere preoccuati per lui, si nascondeva perche’ preso in brutti giri di scippo e droga. Era il periodo in cui migliaia di ragazzi erano eliminati nella “guerra alla droga”. Ho saputo che era sposato con una bambina di 4 anni ed ho incontrato la suocera, una donna semplice e buona che aiutava nel gruppo di chi pulisce la cappella. Li ospitava nella sua minuscola casetta, ma voleva proteggerli da eventuali minacce. Loro hanno risposto all’invito venendo alla Messa , ma si sono messi in una angolo: la moglie incinta del secondo. Ho capito che lui mi ha ascoltato e promesso di cambiare…ma non avevo mezzi ne liberta’ di movimento per aiutarlo ulteriormente. Ho pregato, ed ho continuato a cercarli nei mesi successivi. Lei ha dato alla luce il secondo figlio, che si e’ ben presto ammalato di polmonite, erano senza soldi per l’ospedale…ma per finirla si e’ rimesso e i nonni (genitori di lei, J.) hanno fatto tutto il possibile perche’ si rimettessero in piedi. Purtroppo anche la moglie era coinvolta nel giro… Lo zio di F., che lavora come meccanico in condizioni piuttosto dure, mi teneva ggiornata sull’evolversi della situazione: cosi’ ho saputo che F. era stato messo in prigione per furto dall’altra parte della citta’.  Li’ deve aver incontrato un vero aiuto (molti in questo periodo si sono mobilitati per aiutare tante vittime che chiedevano riabilitazione) e ne e’ uscito trasformato. Ha cominciato a lavorare come muratore, sono spariti tatuaggi ed ha fatto i muscoli normali per la sua eta’…L’ho visto nelle ultime visite alla comunita’, in fila per la Comunione col piccolo di un anno in braccio. Durante le Settimana Santa era tra i 12 apostoli cui sono stati lavati i piedi, orgoglioso di poter essere membro attivo nella comunita’. Mi dicono che tutte le domeniche vanno insieme a Messa come famiglie, la moglie fa parte delle lettrici della Parola (qui e’ un gruppo costituito anche per favorire la catechesi di base), e la bambina e’ assidua al catechismo. Erano cosi’ felici di vedermi e di poter dar prova di una vero cambiamento…senza molte parole, perche’ non ne sono capaci, ma le parole non servono in certe situazioni. Per me e’ stata ed  e’ una gioia molto profonda: sono certa che la preghiera, l’affetto sia nostro che dei suoceri che li hanno accolti sostenuti con pazienza, e anche di tanti vicini che conoscevano la sua storia ma si sentivano impotenti, hanno preparato la strada al miracolo.                                                         

Con questo vi posso dire che, nonostante tante delusioni, fatiche e interrogativi, vale la pena investire sulla compassione e sulla misericordia…come il Signore continua a volerci bene, a cercarci ed invitarci, cosi’ possiamo offrire ad altri…

Un’ultima aggiunta piuttosto triste. Il nostro Presidente continua a preoccuparci. Dopo aver deciso di ritirare il paese calla Corte Criminale Internazionale dell’Aia, e continuare la lotta alla droga in modo violento, sembra preparare il terreno per il peggio. Stanno togliendo il terreno sotto i piedi alla Vice Presidente, una donna d’oro, su cui molti di noi contavano, per favorire Bonbon Marcos, il figlio del dittatore precedente, che aspira a succedergli. Inoltre in questi giorno ha espulso dal paese una suora australiana, sr Patricia Fox, che ha molto lavorato per i diritti umani. Era qui dal 1990, si era impagnata per difendere i senza terra, le vittime delle miniere, e di abusi . La situazione si fa sempre piu’ triste e preoccupante. Il presidente Duterte sta accusando molte donne che hanno lavorato a vari livelli per i diritti umani…qualcuna e’ gia in prigione, con accuse false, altre sono nella lista e gia’ sotto accusa…

Ultima notizia di oggi. Anche un giovane sacerdote, p.Mark Ventura, di soli 37 anni, e’ stato ucciso a freddo poco dopo la aver celebrato la Messa, mentre parlava con i bambuni. Aveva preso posizione a facore di gruppi indigeni innuna zona di miniere, dove c’e’ rame e oro. E’ molto triste…eppure questi sono semi di vita che il Signore sapra’ come gar fruttificare…

Pregate per noi e per la nostra gente. Che il Signore ci permetta di scoprire il suo Regno che cresce anche in mezzo a tanta zizzania…e che il bene alla fine vincera’, anche se il passaggio pasquale e’ sempre doloroso…

Con affetto

piccola sorella Annarita