scarica il bollettino Insieme 13 ottobre 2019
Ho letto in questi giorni una riflessione sul vangelo che mi ha fatto nascere questi pensieri. L’episodio è quello dell’apostolo Pietro che nega di conoscere Gesù, e il suo pianto quando si accorge di aver tradito il maestro. Il vangelo dice che “uscito fuori, pianse amaramente”.
Mi ha sempre colpito quell’ “amaramente”, mi sembra che descriva in profondità il dispiacere di chi si ritrova a fare i conti con la povertà del proprio cuore: da una parte il desiderio di amare, la voglia, il bisogno di un amore assoluto e dall’altra la costatazione della propria fragilità, il fatto che le cose in questo campo non ci riescono mai così belle come le abbiamo pensate e desiderate.
Fa parte, se guardiamo bene, della nostra comune esperienza: ci accorgiamo che l’amore perfetto, ideale, non ci appartiene.
Ma le lacrime di Pietro ci insegnano a non far finta che tutto vada bene con noi, ma ad accettare anche la nostra mancanza per farne il fondamento di una nuova capacità di amore.
(cfr. M.Recalcati: La notte del Getsemani).
Insomma, riusciamo a camminare proprio perché zoppichiamo!
Un caro saluto.
don Gianni.