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«La Chiesa è come una grande orchestra in cui c’è varietà… E questo è il bello della Chiesa: ognuno porta il suo, quello che Dio gli ha dato, per arricchire gli altri… è una diversità che non entra in conflitto, non si contrappone; è una varietà che si lascia fondere in armonia dallo Spirito Santo»
(Catechesi del Santo Padre Udienza Generale, 09/10/2013)
Ci stiamo preparando al Natale: il Signore verrà ad abitare nelle nostre case, nei nostri cuori, nella nostra comunità cristiana. Come è scritto nell’Apocalisse: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (AP 3,20). Così Gesù si presenterà. Non scenderà da nessun camino, non pretenderà il lusso di essere accolto in case colme di regali, di luci e di alberi di Natale. Il nostro Dio che si fa bambino chiede soltanto di aprire, prima le nostre orecchie per ascoltare la sua Parola, poi la porta del cuore per portarvi serenità, gioia e convivialità.
Si, una volta aperto, spalancato il cuore inizia la festa. L’invito alla cena è l’invito alla messa che è memoriale di quell’ultima cena in cui il Signore si è donato completamente a noi. Prepariamoci allora partecipando alle celebrazioni (sia in presenza che via radio o televisione), in questo periodo in cui il virus ci tiene lontani, sentiamoci sempre di più comunità unita da Dio e capace di donare a nostra volta quell’amore che Lui ci dona a piene mani.
L’immagine dell’orchestra che usa il Papa, nella frase di cappello a questo scritto, rappresenta bene la realtà della nostra parrocchia di Ravina e Romagnano. La diversità di abitare in un posto piuttosto che nell’altro, l’appartenere a vari gruppi che compongono la comunità, non sono segno di ldivisione. Piuttosto raccolgono la possibilità di collaborare insieme per suonare all’unisono la sinfonia scritta nel Vangelo. La bellezza di una composizione musicale si apprezza quando i diversi strumenti, e il loro suono, si fondono per dare origine all’armonia. Questa stessa parola ha anche un significato emozionale molto forte a Natale: rappresenta il focolare familiare dove, i bambini con i loro giochi e gli adulti con il loro desiderio di pace, formano una culla accogliente per il Bambino che viene.
Non tutte le famiglie possono, però, vivere questa realtà armonica: pensiamo a quelle in cui il virus ha portato via qualche caro, pensiamo a quelle che non riescono ad arrivare a fine mese e hanno bisogno dell’aiuto alimentare della Caritas. Ma essere comunità/orchestra vuol dire anche far partecipare tutti alla sinfonia, ecco perché nelle chiese, per tutto il periodo d’Avvento, saranno presenti dei cesti per la raccolta di beni alimentari a lunga conservazione che saranno distribuiti alle famiglie bisognose dei nostri paesi.
Concludo ponendo attenzione al direttore dell’orchestra: allo Spirito Santo.
Egli che ha fatto in modo che nel grembo della Vergine Maria nascesse il Salvatore, ci aiuti a fondere insieme le nostre voci e i nostri strumenti.
Insieme potremo per dare origine a quel canto di Natale che nelle sue strofe dice:
Qui spezzi ancora il pane in mezzo a noi
e chiunque mangerà non avrà più fame.
Qui vive la tua chiesa intorno a te
dove ognuno troverà la sua vera casa.
Verbum caro factum est…
Il Verbo, il Figlio di Dio si è fatto uomo ed ha posto la sua casa in mezzo a
noi, nell’intimo del nostro cuore. Facciamo vivere e risuonare nel mondo le
note del più grande concerto composto da Dio: la sua Chiesa.
Buon Avvento a Tutte e a Tutti.
Don Emanuele