Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!».

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Insieme ai parroci della zona di Trento, abbiamo pensato di scrivere insieme una lettera alle nostre comunità. Ecco cosa ci è sembrato importante comunicare alle nostre comunità Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!».
Carissimi e carissime,
come parroci della zona di Trento desideriamo farci vicino a voi in questi giorni così strani che stiamo vivendo. Siamo nel tempo gioioso di Pasqua, ma facciamo fatica a viverlo
da soli ed a sentirne tutta la forza e novità. Forse mai come ora stiamo conoscendo la nostra fragilità: la vita
quotidiana di tutti noi e delle nostre famiglie, dai più piccoli agli anziani, è fortemente provata. Anche la nostra vita di comunità soffre, per l’impossibilità di radunarci in chiesa o nelle sale dell’oratorio. Pur potendoci
nutrire della Parola di Dio, per molti è una grande sofferenza non poter ricevere l’Eucaristia. La nostra fede ha una dimensione fraterna e popolare e, quando ci manca, sentiamo un forte disagio. Non dobbiamo però avere vergogna delle lacrime degli occhi o del cuore.

Ci sono poi tante situazioni di sofferenza attorno a noi: gli
ammalati e gli anziani, che si sentono soli; e i loro famigliari,
che non possono essere loro vicini. I senza tetto e i poveri, che
vivono questa situazione come noi ma per loro è ancora più
difficile. Desta grande preoccupazione anche il futuro
lavorativo ed economico; alcune famiglie non vedono un futuro
roseo.
Anche noi sacerdoti sperimentiamo incertezza, ansia e timore
del futuro. Ci pesa, soprattutto, l’assenza forzata di quelle
relazioni che riempivano le nostre giornate.
La nostalgia che proviamo è indicatrice di un legame più
profondo che ci unisce, il nostro essere preti senza la gente è più
limitato. Soffriamo per non poter celebrare e pregare insieme a
voi, in particolare nel momento del commiato.
Ma abbiamo fiducia che, salve le debite precauzioni, si possa
celebrare insieme al più presto, non solo in modo virtuale, la
liturgia.
Ci rendiamo conto che la mancanza dell’incontro tra noi e dei
sacramenti può rendere più difficile scoprire le tracce di Dio, ma
non lasciamoci avvilire per quello che non possiamo celebrare e
vivere assieme. Cogliamo questo tempo come occasione per
fermarci e riflettere Hu paura del contagio. Ma la fede che ci è
donata, poca o tanta che sia, forte o fragile come un lucignolo
fumigante, ci aiuta.
Gesù è vicino, è con noi, ci guarda e ci dice: “Stai con me!

Seguimi!”. Dobbiamo imparare a concentrarci sulla presenza di
Cristo con noi, qui ed ora. Lo ringraziamo, perché ha abitato in
modo nuovo noi stessi, le nostre famiglie, tanta gente che ha detto
“si” al donarsi.
Una domanda ci accompagna in questi giorni: ma quando “uscirà
il sole”e finalmente potremo uscire dalle nostre case saremo
persone diverse? Forse, persone migliori?
La chiesa, in questo
periodo, è molto più grande
del solito. Arriva fino alle
vostre case. Non è più
limitata ai luoghi usuali di
celebrazione e di incontro,
ma è chiesa-domestica:
abbiamo scoperto che ogni
casa, ogni famiglia è il
luogo adatto per vivere la
fede e testimoniare il
Vangelo. Proviamo gioia nel
veder riemergere i valori del
Vangelo seminati a suo
tempo e vissuti
concretamente da tante persone. È per noi una sorpresa piacevole
vedere come molte famiglie pregano insieme ed inventano forme
nuove per una buona convivenza.
E questo è di grande consolazione anche per noi sacerdoti, che
possiamo contare sulla vostra preghiera e sulla vostra preziosa
testimonianza.
Questa esperienza sia anche un’occasione per riscoprire il ruolo
sacerdotale del battesimo di ciascuno.
Un altro aspetto positivo che emerge è l’attenzione verso gli altri:
la premura della gente non è del tutto assopita. È bello sentire chi
telefona per mettersi a disposizione di chi non può muoversi o fa
fatica o ha semplicemente paura.

A partire da questi segni di speranza, rafforziamo la nostra fede:
Cristo, nostra speranza è risorto! Lui ci precede e ci accompagna
anche in questo nostro “oggi” così particolare, dove i segni di
morte si intersecano con i segni di resurrezione che portano Vita.
Con Lui possiamo superare la paura e l’ansia. Con Lui ritroveremo
gioia, forza, coraggio per affrontare questa crisi mondiale senza
precedenti.
Come parroci della zona di Trento crediamo questo e vogliamo
essere “vicini” a voi tutti. Ci adopereremo, concretamente, come
parrocchie anche a sollevarvi dalle difficoltà economiche che
potrebbero presentarsi: ci troverete al vostro fianco.
Invitiamo tutti ad avere una più intensa attenzione alle persone più
in difficoltà: a quelle che abitano con noi e conosciamo, ai nostri
vicini, alle persone lontane ed anche ai senza tetto ed ai poveri.
Dio, Padre di misericordia, rinnovi in voi la fede nel Risorto.
Gesù risorto doni a voi la Pace e la forza dell’Amore per portare
insieme il peso della fatica.
Lo Spirito del Risorto vi doni entusiasmo, creatività e forza di
amore.

Un grande abbraccio virtuale
i vostri parroci.