Scarica il bollettino Insieme del 1 novembre
Prendo a prestito questa frase di papa Francesco, usata in un contesto più ampio, parlando della memoria dei grandi eventi storici, per applicarla nel nostro contesto personale, alla memoria che facciamo in questi giorni dei nostri morti.
Pensiamo a loro, al bene che hanno fatto e che ci hanno fatto. Senza volerli santificare a tutti i costi, senza far finta che non abbiano avuto limiti e difetti, dei quali abbiamo forse anche sofferto, ma illuminando nel nostro ricordo questo bene.
Persone che spesso non hanno avuto una vita facile, persone che hanno lavorato sodo, persone che hanno magari sofferto da parte di altri, ma hanno perdonato o per lo meno hanno cercato di perdonare, che hanno costruito con onestà e con fiducia un mondo migliore, una società più fraterna…
Lo sappiamo bene che non siamo in grado di misurare “l’efficacia” della loro vita con i nostri criteri umani.
La loro dimensione ormai è quella dell’eternità e a questa eternità, che ha il volto di un Padre, li affidiamo con una preghiera, riscaldati dall’abbraccio del Signore.
Un caro saluto.
don Gianni.