Che sia l’amore che ci tiene svegli…

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non la paura. Così dovrebbe essere per noi credenti. L’invito che ci viene rivolto dal tempo di avvento è quello di essere svegli e attenti, non per la paura che arriva il castigamatti (persona che sa mettere in riga o con le buone o con la cattive, i
ribelli), ma per il desiderio di incontrare Gesù, colui al quale vogliamo bene.
Stare svegli e attenti per imparare “a distinguere dal rumore de’ passi comuni, il rumore d’un passo aspettato”… È quel passo del Signore che viene e che tante volte, nella nostra esperienza, sappiamo riconoscere e accogliere nei bisogni dell’umanità vicina e lontana colpita da terremoti, alluvioni, carestie; ma è anche quel passo che talvolta assume la pesantezza del vicino che crea rogne, del familiare noioso, del compagno di scuola problematico, del collega di lavoro carognetta anzichenò…
Anche in questi passi pesanti posso allenarmi a riconoscere la leggerezza del passo aspettato con gioiosa apprensione, quel passo del Salvatore, che viene a “salvare”, dare gusto, profondità, respiro, anche alla mia vita.
Un buon avvento a noi tutti, allora.
don Gianni.