Scarica il bollettino Insieme del 24 e 31 dicembre

Scarica la lettera di suor Annarita

Cari parrocchiani,
tra poche ore celebreremo il grande mistero dell’Incarnazione di Dio grazie al “Sì” di Maria: “Sì-cché” l’umanità ha conosciuto il Suo volto, è stata toccata dal Suo amore, salvata dalla Sua misericordia che tutti i popoli raggiunge e ad ogni popolo si rivela!
E allora: «Rallegrati, non temere, il Signore è con te!», sono parole pronunciate oggi anche per noi; sono quella certezza profonda con cui riavvicinarci a Dio; sono quella convinzione che ci permette di restare, nonostante tutto, tra le sue braccia.
Facciamo nostra l’umile e coraggiosa fede di Maria di Nazareth che sa interrogarsi, interrogare e infine affidarsi, perché “credere” significa accogliere il lievito della Parola che entra e agisce nelle nostre vite: in ciò che è piccolo, discreto, silenzioso, imprevisto, inatteso, irrazionale… lì Dio ci raggiunge e la gioia diventa davvero possibile, la speranza tangibile!

Buon Santo Natale a tutti voi!
Il vostro parroco don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 17 dicembre

Cari parrocchiani,
il messaggero annunciato nel Vangelo di domenica scorsa è descritto in modo più dettagliato dall’evangelista Giovanni. Egli ci ricorda, infatti, i dialoghi che Giovanni Battista ebbe con sacerdoti e leviti venuti da Gerusalemme per interrogarlo. Era forse il Messia? No, rispose Giovanni Battista: “Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia” (Gv 1,23).
Sant’Agostino commenta: “Giovanni Battista era una voce, ma in principio il Signore era il Verbo. Giovanni fu una voce per un certo tempo, ma Cristo, che in principio era il Verbo, è il Verbo per l’eternità” (Ser 293).
“Egli – dice l’evangelista Giovanni – venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui”. Così anche noi dobbiamo essere testimoni di Gesù, prima di tutto nella santità delle nostre vite perché “…mi ha rivestito delle vesti di
salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia” (Is 61,10).

Buona terza domenica di Avvento!
don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 10 dicembre

Cari parrocchiani,
Giovanni Battista fa il suo ingresso spettacolare nel mondo, vestito di peli di cammello. Le sue parole bruciano l’aria, le sue azioni frustano il vento. Predica “un battesimo di conversione per il perdono dei peccati” e immerge i suoi discepoli nelle acque del Giordano. Il suo messaggio, pur legato a un momento della storia, è eterno, si rivolge anche a noi: è necessario che «preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri». Dunque, Gesù chiede a ognuno di noi personalmente: “Mi vuoi accogliere?”. Fino a quando non avremo una risposta a questa domanda, avrà poco senso agitarci per preparare luminarie e presepi. Basterebbe un semplice: “Sì, ti voglio accogliere”, per vederlo all’opera a ridare vita.

Buona seconda domenica di Avvento!
don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 3 dicembre

Cari parrocchiani,
un nuovo anno liturgico inizia sempre con un accorato appello alla vigilanza.
Non sappiamo quando il Signore della vita
ritornerà per chiederci conto dei suoi doni. Intanto cominciamo un nuovo anno del Signore!
Iniziamo di nuovo con la supplica: “Vieni, Signore Gesù!”. Il più furbo di noi non è quello che ha un gran capitale in banca, ma colui che vigila e sa far fruttificare
i doni ricevuti nell’attesa della venuta piena e definitiva, al momento di consegnare la nostra vita.

Buon Avvento!
don Christian.

Scarica il bollettino Insieme del 26 novembre

Cari parrocchiani,
nel giudizio universale saremo giudicati dagli atti di carità. Lo scrittore franco-americano Julien Greene afferma essere questa una delle pagine più “terribili” dell’intera Bibbia, perché vi contiene l’espressione: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno».
Nell’Antico Testamento non vi è mai un’espressione così forte, nonostante tutte le pagine nelle quali il linguaggio del Signore è piuttosto veemente. Come intendere quel “maledetti”? Possibile che Gesù maledica qualcuno? Al di là della parola, ci deve colpire la sostanza: chi non vive la carità passando tutta la vita a soddisfare se stesso senza pensare mai agli altri, alla fine si trova nello stato di avere scelto lui la maledizione, ossia la via della perdizione (anche il libro del Deuteronomio al cap. 28 descrive le due vie, quella della benedizione e quella della maledizione. Gesù, dunque, non fa altro che confermare una sentenza già scritta da noi, durante la vita terrena. Il re è severo? No, è l’amore a essere una cosa seria, a tal punto che Dio si è incarnato, è venuto sulla terra, ha sacrificato se stesso, per rendere serio l’amore di Dio in noi – amandoci gli uni gli altri – con l’amore stesso di Gesù.

Buona domenica!

don Christian.

Scarica il bollettino Insieme del 19 novembre

Cari parrocchiani,
la parabola evangelica di questa domenica sviluppa il concetto di “vigilanza” già espresso nella parabola delle dieci vergini di domenica scorsa (Mt 25,1-13) sul fatto di essere previdenti, pronti, dotandosi del necessario, mettendo in conto una lunga attesa.
Ora, nella parabola odierna dei talenti, la “vigilanza” viene presentata come attenzione e responsabilità verso la realtà in cui siamo immersi, un quotidiano che facilmente andiamo a sciupare, non dandovi peso, trascurandolo.
Allora, la luce che questa parabola getta sul tema della “vigilanza” ci porta a vedere che questo atteggiamento fondamentale della nostra dimensione umana è spirituale contempla anche il buon uso dei beni-doni ricevuti, l’assunzione della piena responsabilità della nostra vita, e delle poche e piccole cose di cui disponiamo, che sono pur sempre preziose e inestimabili, poiché su di esse, ovvero sull’uso che ne facciamo, si delinea il giudizio del nostro destino eterno.

Buona domenica!

don Christian.

Scarica il bollettino Insieme del 12 novembre

Cari parrocchiani,
ciascuno di noi conosce (o dovrebbe conoscere!) la propria verità più profonda: sa ciò che nel proprio cuore tiene desta o, al contrario, spegne l’attesa del Signore; nei giorni buoni come in quelli cattivi, nella veglia come nel sonno – “io dormo, ma il mio cuore veglia” (Ct 5,2) afferma la giovane ragazza del Cantico dei cantici – è nostra responsabilità rinnovare le scorte di quest’olio, in modo che il nostro cuore bruci del desiderio dell’incontro con lo Sposo… Ed è nella capacità di tenere vivo, ogni giorno, questo desiderio che si gioca il giudizio finale, cioè l’essere o meno riconosciuti dal Signore quando verrà alla fine dei tempi.

Buona domenica!

don Christian.

Scarica il bollettino Insieme del 5 novembre

Cari parrocchiani,
il Vangelo di questa domenica è ambientato negli ultimi giorni della vita di Gesù, a Gerusalemme; giorni carichi di aspettative e anche di tensioni in cui egli denuncia apertamente alcuni comportamenti negativi degli scribi e dei farisei.
L’autorità, sia civile che ecclesiastica, nasce dal buon esempio, per aiutare gli altri a praticare ciò che è giusto e doveroso, sostenendoli nelle prove che si incontrano sulla via delnbene. Ma se viene esercitata male diventa oppressiva, non lascia crescere le persone e crea un clima di sfiducia e di ostilità, portando anche alla corruzione.
Noi discepoli di Gesù non dobbiamo cercare titoli di onore, di autorità o di supremazia, perché tra di noi ci dev’essere un atteggiamento semplice e fraterno. Se abbiamo ricevuto delle qualità dal Padre celeste le dobbiamo mettere al servizio dei nostri fratelli, per la loro gioia, che sarà anche la nostra.


Buona domenica

don Christian.

Scarica il bollettino Insieme del 29 ottobre

Cari parrocchiani,
parlando del prossimo, Gesù estende gli orizzonti dell’Antico Testamento: per lui il prossimo è ogni persona che mi sta accanto, senza distinzioni etniche, religiose, sociali o di genere, mostrando così che fra i due comandamenti dell’amore a Dio e dell’amore al prossimo c’è nel contempo distinzione e unità.
Dio va sempre messo al primo posto, va amato con tutto il cuore, senza però dimenticare che il nostro Dio è un Dio per l’uomo e che l’uno è criterio di verità dell’altro.
Gesù poi propone, per così dire, un terzo amore: dicendo di amare il prossimo come te stesso, dice di amare anche te stesso, di amare la vita che il Signore ti dona, di amare la tua condizione personale e sociale.
Se non ami te stesso, non sei capace di amare nessuno con gioia e gratitudine, ma sai solo fuggire o possedere.

Buona domenica!

don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 22 ottobre

Cari parrocchiani,

Gesù, per non cedere al tranello, usa una moneta; essa è uno strumento che, se ben usato, aiuta a mettere ordine nei rapporti economici. Qui mette ordine nelle relazioni: «<Questa immagine è l’iscrizione, di chi sono?»; se quella moneta è dell’imperatore a lui deve tornare, allo stesso modo la nostra vita è di Dio e a lui si deve volgere. La moneta diventa il pretesto per farci ricordare in controluce a chi noi apparteniamo.
Curioso che anche la Genesi parli di immagine; noi siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio, chiamati ad assumerne il volto nella nostra vita. Anche il profeta Isaia ce lo ricorda: <<Per amore di Giacobbe, mio servo, e d’Israele, mio eletto, io ti ho chiamato per nome, ti ho dato un titolo»; in più san Paolo ci ricorda che siamo a immagine sua perché amati e scelti da Dio: «Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui»>.


Buona domenica!
don Christian