Indovina indovinello chi dei sette è il più monello?

Scarica il bollettino Insieme del 20 maggio

Forse la filastrocca non è la più adatta per parlare dei sette doni dello Spirito Santo, in occasione della Pentecoste, ma mi serve solo per chiedermi: quale di questi doni è il più necessario al giorno d’oggi?
Potrebbe essere il consiglio, dato che spesso non sappiamo quale sia la via giusta da seguire: non lo sanno i genitori nell’educare i figli, non lo sanno i politici nel governare, non lo sanno le comunità cristiane per annunciare e vivere meglio il vangelo…
O la fortezza, visto che quando sappiamo qual’è la strada giusta, ci manca magari l’energia e la decisione nel seguirla.
E perché no la scienza, la fantasia di inventare nuove risposte ai nuovi bisogni dell’umanità di oggi.
Per me, dice qualcuno, ci vorrebbe ancora un bel po’ di sano timor di Dio. Oppure…
Avete già capito dove voglio arrivare: abbiamo bisogno di tutti e sette questi benedetti doni. Anzi, se ne avanza qualcuno, caro Spirito Santo, non farti problemi, dacceli pure senza paura,
ne abbiamo veramente bisogno.
L’unico dubbio che ci potrebbe restare è: sappiamo veramente di averne bisogno?
Buona Pentecoste.

don Gianni.

Saranno cent’anni di pace!

scarica il bollettino Insieme del 13 maggio

Dovrebbero essere. Potrebbero essere. Ce lo dicono anche gli alpini.
Celebriamo un centenario importante: la fine di una grande
guerra.
Ma sembra che dobbiamo celebrarla con innumerevoli guerre sparse qua e là. Oppure, come dice papa Francesco, con una ulteriore grande guerra “a puntate”, che non finisce mai, come le telenovelas da migliaia di puntate alla TV.
“Tanto non ci toccano”, dice qualcuno, sbagliandosi, perché le schegge impazzite di odio e di violenza volano anche qui da noi.
E allora mi domando che cosa voglia dire Gesù, quando dice “vi do la mia pace; non come la dà il mondo”.
Forse non ho chiaro come sia la pace di Gesù. Ma ho chiaro come non è la pace di Gesù: non è certamente quella della violenza; non è quella imposta con i bombardamenti o con i trattati imposti per proteggere i propri interessi…
Lasciamoci dimenticare queste cose, e lasciamoci coltivare sogni, segni e pensieri di pace.
Non dico “sognare sogni di pace”, ma “coltivare”.
Buona festa a tutti.

don Gianni.

Maria e …Mina

scarica il bollettino Insieme del 8 maggio

Di chi sto parlando?
Beh, di Maria, la Madonna, ovviamente.
E di Mina. Sì, la cantante. Conosciuta da tutti gli italiani (o quasi tutti), che oggi ha la sua età anche lei, mi pare che viaggi verso gli 80.
Che c’entra la Mina con la Madonna?
Mi viene in mente, pensando al mese di maggio, il mese tradizionalmente dedicato alla preghiera del rosario. Fra i dischi incisi da Mina ce n’è uno dedicato a Maria, dove la cantante
raccoglie vari canti della tradizione mariana, e mi è piaciuto questo omaggio di una “prima donna” all’umile serva del Signore.
Potrebbe essere stata una astuta operazione commerciale.
Può darsi. Ma non credo: secondo me c’è anche il riconoscimento del fascino che la madre di Gesù esercita sulla gente, il fascino di una donna che non si perde in tante parole, ma pronuncia poche frasi mirate. E soprattutto una donna, una madre che c’è.
C’è soprattutto nei momenti bui.
E quando, in quel disco, la Mina nazionale interpreta il magnificat, in quel “tutte le generazioni mi chiameranno beata”, vedo la realizzazione della promessa: anche la nostra generazione, Maria, ti proclama beata.
Un caro saluto.

don Gianni.

Commovente…

Scarica il bollettino Insieme del 29 aprile

È l’aggettivo che ricorre più spesso quando si parla di cerimonie di prime comunioni: “commovente”.
Lo dicono soprattutto le signore, è vero; gli uomini non sembrano aver troppa famigliarità con questo aggettivo, ma ciò non toglie, immagino, che anch’essi non siano toccati dentro da quell’atmosfera particolare legata alla prima
comunione.
Cos’è mai questa commozione? Forse la nostalgia di un candore, di una fiducia nella vita, di una serenità, che tutti desidereremmo nel profondo del nostro cuore ma che le durezze della vita hanno distrutto o comunque relegato nell’angolo delle aspirazioni chiuse in un cassetto da qualche
parte?
Forse anche il desiderio di un rapporto più profondo e spontaneo col Signore, che sembra così immediato da bambini, ma che poi col crescere diventa sempre meno “a
portata di cuore”, tanto da apparire inutile?
Al di là del nostro sentire c’è una realtà: c’è Gesù che anche con questi bambini fa un passo avanti nell’amicizia.
Buona festa a tutti.

don Gianni.

Il Dio delle righe storte

scarica il bollettino Insieme del 22 aprile

Siamo fortunati a credere in un Dio che scrive dritto anche sulle righe storte; un Dio che non aspetta che siamo perfetti per affidarci qualcosa di importante da fare.
Un Dio che affida i suoi figli a dei genitori che sbagliano, e le sue pecore a dei pastori che non si rendono conto delle difficoltà della vita…
E nonostante tutto riesce a realizzare il suo regno, non “malgrado noi”, ma “attraverso noi”.
E questo, se ci pensiamo, ci fa bene! Fa bene alla nostra autostima (che è un concetto assolutamente indispensabile al giorno d’oggi!), perché ci ricorda che siamo sì invitati a camminare verso la perfezione (‘Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro nei cieli’, ci ricorda Matteo), ma non costretti ad essere perfetti, e men che meno a cercare di sembrare perfetti, il che tante volte è ancora più sfibrante.
La nostra società ce lo vorrebbe imporre, ma per fortuna Dio no. Ci prende anche così, con i nostri difetti e le nostre miserie e ci invita a camminare con lui.
Ahh.. sospiro di sollievo. Per fortuna che c’è il Signoredio!
Un caro saluto.

don Gianni.

La ricetta di papa Francesco per i cresimandi

scarica il bollettino Insieme del 15 aprile

“Quando avevi la nostra età, cos’è che ti ha aiutato a crescere nell’amicizia con Gesù?” hanno chiesto i cresimandi a papa Francesco.
E lui ha risposto ricordando le tre cose che l’hanno aiutato da ragazzo a crescere nell’amicizia con Gesù:
La prima. Parlare con i nonni. Perché i nonni posseggono la saggezza della vita.
Poi. Giocare con gli amici. Questo aiuta a crescere nell’amicizia con Gesù, anche se si litiga, perché poi si fa la pace, e fare la pace con gli amici significa far la pace con Gesù.
E terzo. Frequentare la parrocchia e l’oratorio, perché si impara a stare assieme agli altri e aiuta a pregare un po’ di più, (anche se, ha sottolineato, non vi piace tanto andare a messa…).
Una ricetta che sembra banale, ma ovviamente non lo è. Sappiamo tutti che nella semplicità di Francesco abita una sapienza (quella dei sette doni dello Spirito Santo) che vale per ogni cristiano, anzi vale per ogni persona retta.
Ed è questo il pensiero che propongo ai nostri nuovi cresimati, freschi freschi. Ed è un augurio da papa.
Un caro saluto.

don Gianni.

Vide e credette

scarica il bollettino Insieme del 8 aprile
L’evangelista Giovanni, nel raccontare i fatti della mattina di Pasqua, quando lui con Pietro corsero al sepolcro di Gesù su segnalazione di Maria Maddalena che aveva trovato la tomba vuota, dice che entrò nel sepolcro, “vide e credette”.
Cos’è che vede Giovanni di speciale? Niente che non abbiano visto anche Pietro e la Maddalena: le bende gettate per terra e il sudario piegato e messo lì, da una parte.
Dettagli, piccoli dettagli.
Eppure qualche volta sono i piccoli dettagli che diventano determinanti.
Non è così che succede spesso anche a noi?
Una manciata di secondi che ci fa perdere un autobus, una conversazione sentita per caso che ci apre una possibilità insperata, l’incontro con una persona…
Cose a caso. Veramente? O non sono piuttosto il filo della Provvidenza che percorre la nostra esistenza in un ricamo d’amore?
Questione di fede, certo.
Questione di dettagli, appunto. Come Giovanni, che dalle bende gettate lì per terra e dal sudario ripiegato un po’ più in là, vide e credette.
Buona Pasqua allora può voler dire anche sapere leggere il ricamo, a volte strano e incomprensibile, di questo filo della Provvidenza divina nella nostra vita.
Un caro saluto.

don Gianni.

Ti vediamo, Gesù risorto

scarica il bollettino Insieme del 1 aprile

Ti vediamo, Gesù risorto. Facciamo un po’ fatica, è vero, ma ti vediamo. Ti abbiamo visto sofferente nella via crucis, adesso ti vediamo nella gloria della risurrezione.
Sì, sei proprio tu! Porti i segni delle tue ferite: la tua gloria non cancella il dolore, anzi dalle tue ferite aperte da lancia e chiodi e flagelli continua a fluire il tuo amore per l’umanità: ma vedo che sono ferite quelle che non fanno male, ma bene.
Fanno bene a te e fanno bene anche a noi.
Ti vediamo, Gesù risorto, nel bene che riusciamo a percepire e gustare in questo mondo che sembra girare al
contrario.
Ti vediamo nel bene che riceviamo e in quello che facciamo: nelle nostre mani che non sono sempre e solo pugni o artigli, ma che sanno anche accarezzare, nei nostri piedi che
sanno affrontare anche salite faticose e dolorose, nelle nostre spalle che accettano di portare con te anche la croce.
Ti vediamo, Gesù risorto, e nei tuoi occhi sereni scorgiamo riflesso (almeno un po’) anche il nostro volto.
Buona Pasqua

don Gianni.

Confidenza

scarica il bollettino Insieme del 25 Marzo

O Gesù, agnello immacolato,
tu mi sei padre e madre,
tu mi sei fratello e amico.
Tu sei colui che è, e niente esiste fuori di te.
È un’antica preghiera a Cristo e mi suggerisce un pensiero, o meglio, un atteggiamento con il quale vivere la settimana santa: la confidenza.
Confidare in Dio, saperci affidare a Lui, senza quella paura, che magari rimane nel fondo del nostro cuore, di essere pesati e trovati scarsi; sentirci anche un po’ riscaldare il cuore
dall’atmosfera delle celebrazioni della settimana santa, avvertirne il fascino e la bellezza ed accorgerci che vi
rispondiamo (quasi) senza fatica.
Forse, al contrario, qualcuno le vive come uno spiacevole obbligo al quale non ha il coraggio di sottrarsi.

Rivestiamo anche questo “obbligo” di tenerezza: è possibile, è bello e ci fa
bene.
Allora non solo sentiremo Gesù come fratello e amico, ma sentiremo anche noi stessi come fratelli e amici suoi.
Buona settimana santa.

don Gianni.

Proteste in chiesa

scarica il bollettino Insieme del 18 marzo

Un tristissimo fatto di cronaca recente: un uomo, reso pazzo
dalla gelosia, spara alla moglie e alle figlie, uccidendo queste ultime e infine si uccide. Penso che tutti abbiamo presente questo fatto di cronaca, e penso che tutti ne siamo rimasti sconvolti.
Mi ha colpito, in modo diverso, ovviamente, anche la notizia, sottolineata da tutti i media, che al funerale delle bambine, all’invito del celebrante a pregare per il padre, si sia levato nella chiesa un brusio di protesta. Mi chiedo perché.
Se c’è qualcuno che ha un bisogno particolare della misericordia di Dio, non è proprio questo padre?
Pregare per qualcuno che ha compiuto un gesto simile, significa forse giustificare in qualche modo il suo gesto?
Forse stiamo diventando così “politicamente corretti” che ci sentiamo a disagio, anche come credenti, a infrangere le barriere imposte dalla disapprovazione sociale?
In un commento giornalistico ho letto che non si può imporre il perdono perché il perdonare è un qualcosa che non si improvvisa. È vero: il perdono nasce e si sviluppa col tempo e deve maturare nell’intimo. Ma il perdono nasce dalla preghiera.
Un caro saluto.

don Gianni.