Moralismi passeggeri

Scarica il bollettino Insieme del 1 aprile

Puntualmente ritornano ad ogni emergenza. Li abbiamo sentiti qualche anno fa in occasione di Vaia, la tempesta che ha distrutto gran parte del patrimonio boschivo dei nostri monti; li stiamo sentendo in queste settimane con il coronavirus.
Li sentiamo ripetere le riflessioni sulla fragilità dell’uomo che si crede onnipotente, con tutto l’universo ai suoi piedi e poi scopre che basta il vento o una epidemia a metterlo in ginocchio…
Considerazioni vere, intendiamoci, sacrosante.
Solo che… solo che, appena passata l’emergenza, tutto ritorna come prima. Ci basta così poco per dimenticare le considerazioni sui nostri deliri di grandezza e rialzare la cresta per ritornare a far risuonare notte e giorno il nostro chicchirichì, folcloristico, se volete, ma anche fastidioso e soprattutto ridicolo.
Tentazione umana di chi si crede onnipotente e si compiace di credersi tale. Gesù ci ricorda che è un pericolo costante e solo tenendo fisso lo sguardo su Dio e sulla sua parola possiamo mantenere il senso delle proporzioni e non crederci re dell’universo mentre invece siamo, ben che vada, solamente re del pollaio di casa.
Un caro saluto

don Gianni.

Vaccinazione? Sì, grazie

Scarica il bollettino Insieme del 23 febbraio

Tranquilli, non sto facendo polemica nei riguardi dei genitori “no vax”.
Sto parlando di una vaccinazione speciale contro
l’egoismo: la quaresima Che poi, a dir la verità, non si dovrebbe nemmeno chiamare “vaccinazione”, perché una vaccinazione dovrebbe proteggerti al cento per cento. E invece noi non siamo mai totalmente protetti contro l’egoismo e l’indifferenza.
Comunque la quaresima e le proposte conseguenti possono costituire una valida cura, basata sugli ingredienti testati da una tradizione millenaria: preghiera, digiuno, condivisione.
È una sfida che noi credenti siamo invitati a raccogliere e vivere consapevolmente e serenamente, anzi direi gioiosamente, in una società sempre più modellata sui ritmi diversi da quelli di una tradizione popolare cristiana.
È una sfida che risponde al bisogno di autenticità, al bisogno di profondità che continuiamo ad avvertire nel profondo del nostro cuore.
Finiamo quindi con un bel carnevale per iniziare una bella quaresima.
Un caro saluto.

don Gianni.

La verità vi farà liberi
…anzi no, la pubblicità!

Scarica il bollettino Insieme del 16 febbraio

A dire il vero non ci credo mica tanto, anzi per niente: parlo di tutto il “battage” pubblicitario che ogni anno si fa sul festival di Sanremo.
Mi puzza molto di finto: non solo lo spettacolo in sé, gli eccessi, le polemiche, le beghe e i dissapori fra i vari personaggi della “fiera”. Le polemiche costruite ad arte sono ormai una costante del mondo della televisione (e della politica anche,
purtroppo)!
Ma non credo neanche ai rilevamenti di ascolto, alle percentuali di gradimento, allo “share”… Avete notato che in questi ultimi anni, ogni anno si parla di boom degli ascolti, di edizioni super che surclassano tutte le precedenti, di vette artistiche mai raggiunte prima, e bla bla bla?
Non saranno tutte bugie per convincerci che italiano è uguale a Sanremo?
C’è da aspettarci di tutto dalla pubblicità.
“Ma io vi dico…” . Questo ritornello che ci ripete Gesù ci riconduce sulla strada più semplice, probabilmente più difficile, sicuramente più vera: cerca di essere misericordioso, limpido nei
tuoi pensieri, sincero.
Un caro saluto.

don Gianni

Abbiamo bisogno di bellezza

Scarica il bollettino Insieme del 9 febbraio
Ha ragione don Cristiano quando scrive su “Comunione e Missione” che l’uomo ha bisogno di cose belle, tanto che fin dalla preistoria ha cercato di fabbricarsi oggetti che fossero non solo
utili e funzionali, ma anche belli.
Abbiamo bisogno di essere circondati dalla bellezza. Anche nella nostra vita spirituale, nella nostra fede, desideriamo una chiesa bella: e capite subito che quando parliamo di chiesa, di
comunità belle non ci riferiamo all’aspetto esteriore… C’entra anche quello, è vero, ma è secondario.
Una comunità è bella quando mi ci trovo bene, quando mi vien voglia di lavorarci perché il mio contributo è apprezzato, e i miei sbagli non provocano una marea di critiche.
Mi trovo a mio agio quando non c’è la gara a gomitate per apparire il più bravo, quando non c’è invidia, o per lo meno questa è mantenuta a livelli tollerabili (e qui sembra che noi preti
dovremmo darci una regolatina…).
Questo scrive don Cristiano per le comunità della nostra diocesi.
Non voglio insinuare che vale soprattutto per noi, ma non oso neanche credere che per noi sia assolutamente inutile.
Un caro saluto

don Gianni.

Edizione 42

Scarica il bollettino Insieme del 2 febbraio

È il quarantaduesimo anno che la chiesa italiana celebra nella prima domenica di febbraio la giornata della vita.
Sono quarantadue anni che ci viene ripetuto che l’accoglienza della vita è qualcosa che ci dovrebbe caratterizzare come credenti.
Un’insistenza che sembra fuori luogo e degna di miglior causa in una società che pare sempre più guardare all’aborto non tanto come situazione limite, ma come un normale, doveroso, irrinunciabile diritto personale.
Così normale e doveroso che una donna che si sente a disagio di fronte a questa scelta, finisce per credersi fuori luogo, sbagliata, vittima di tabù e oscurantismo medievale.
Abbiamo bisogno, soprattutto oggi, di fiducia nel futuro.
Abbiamo bisogno di aprire e di mantenere continuamente aperte le porte alla vita.
A quella che deve ancora sbocciare e a quella che è già sbocciata, ma rischia di appassire per mancanza di amore o per eccesso di amore sbagliato.
Consapevoli che la vita non conosce scarti.
Un caro saluto.

don Gianni.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie

Scarica il bollettino Insieme del 26 gennaio

È una frase dei salmi che sentiamo qualche volta in chiesa e che probabilmente entra anche nella nostra preghiera: fammi conoscere la strada che devo percorrere per arrivare a te, le cose che devo fare per essere un bravo cristiano, una persona per bene… Giusto!
Ma c’è anche il significato inverso: fammi conoscere le tue vie, cioè i modi in cui tu vieni verso di me, entri nella mia vita, perché altrimenti non me ne accorgo: rischio di non vederti quando cammini accanto a me, di non sentire la tua presenza, e poi magari lamentarmi del fatto che tu non ti fai sentire e non mi ascolti.
Chiedere al Signore che ci faccia conoscere le sue vie significa anche guardare a questo nostro mondo, a questa nostra umanità con un occhio benevolo, anche quando sbaglia, anche quando fa apparire la parte malata e cattiva di sé, per guarire noi stessi da quello sguardo malevolo e sospettoso che ci mantiene in un atteggiamento di difesa e di attacco nei confronti del prossimo.
È ingenuità, buonismo, stupidità? No, è fiducia in Dio.
Un caro saluto.

don Gianni.

Adulti duri a capire?

Scarica il bollettino Insieme del 19 gennaio
Mi ha fatto riflettere l’episodio, che abbiamo letto in una delle messe di questi giorni dai libri di Samuele, del ragazzino Samuele che viene chiamato dal Signore. Lui non capisce chi lo sta chiamando e corre da Eli, l’anziano sacerdote del tempio, a presentarsi. E questi non capisce l’ansia del ragazzo e lo rimanda a dormire.
Solo alla terza volta comprende che c’è qualcosa che proviene dal Signore e suggerisce a Samuele il giusto atteggiamento.
Buon tipo, sto Eli, ma forse, pensavo, un po’ duro a capire la novità di Dio. E mi chiedevo se non succede che siamo anche noi oggi un po’ duri di comprendonio a capire le ansie, le disponibilità, le potenzialità di chi bussa alla porta del mondo adulto.
Parlo di noi come chiesa, ma anche come società civile: facciamo spesso solo retorica sulle nuove generazioni e in pratica riproponiamo loro troppo spesso i soliti “valori” fondati sul successo materiale, della competizione esasperata per essere i più bravi di tutti, dell’individualismo più arido…
La durezza del vecchio Eli ci dice che non è facile far centro sempre al primo colpo, ma che con disponibilità, attenzione e profondità si può arrivare ad essere adulti che indirizzano bene.
Un caro saluto.

don Gianni.

È l’indifferenza che ci rovina

scarica il bollettino Insieme del 12 gennaio

Finita la parentesi di bontà natalizia, si torna alla ferocia abituale? Sembrerebbe di sì, guardando a quello che succede nel mondo di nuovo sull’orlo di una guerra totale.
Alla faccia di quella pace, tanto promessa e annunciata e cantata, nella quale pur crediamo e per la quale abbiamo pregato e continuiamo a pregare.
Ai grandi della terra probabilmente il Natale non porta granché. E a noi? È riuscito, riesce a scuoterci almeno un po’ dalla nostra indifferenza? O dobbiamo fare nostre le parole di quel canto d’avvento “…e ti abbiamo visto stabilire la tua tenda fra la nostra indifferenza d’ogni giorno”?
Quel mare della mia indifferenza nella quale mi sento talvolta immerso e nel quale sembra annegare la parte migliore di me!
Meno indifferenza e il Natale non sarà passato invano.
Un caro saluto.

don Gianni.

A chi ama dormire ma si sveglia…

A
chi
ama
dormire
ma si sveglia
sempre di buon
umore. A chi saluta
ancora con un bacio. A
chi lavora molto e si diverte di
più. A chi va in fretta in auto, ma
non suona ai semafori. A chi arriva in
ritardo, ma non cerca scuse. A chi spegne
la televisione per fare due chiacchiere. A chi è
felice il doppio quando fa a metà. A chi si alza presto
per aiutare un amico. A chi ha l’entusiasmo di un bambino
ma pensieri da uomo. A chi vede nero solo quando è buio.
A chi non aspetta Natale
per essere
migliore.
Auguri
auguri
auguri.


Ho copiato questi auguri dal centro diurno Filo Filò. Mi sono piaciuti perché simpatici, sbarazzini e… profondi.
E buona befana a tutti.

don Gianni

La culla è ancora vuota…

scarica il bollettino Insieme del 22 e 29 dicembre

ma a me il presepe piace anche così, senza il bambinello Gesù. Mi piace perché mi sembra che esprima con particolare evidenza la nostra situazione: c’è quel mondo immobile, le attività sospese, tutto passa in secondo piano perché l’attenzione è focalizzata sulla culla ancora vuota: e tutti, anzi, tutto (non solo le persone, ma l’universo intero) attende il Desiderato, l’Amore, il bambino Gesù. È una dimensione che, scommetto, c’è in ciascuno di noi, questo gioire di qualcosa o di qualcuno che non c’è ancora, ma che siamo sicuri che sta per arrivare; una persona o una realtà che risponde al nostro bisogno di bene.
E in questa atmosfera, anche l’attesa, anche la mancanza, anche il limite diventano dolci, leggeri, e ci aiutano a fare posto all’Atteso, in modo che quando arriva sappiamo accoglierlo con gioia, così, semplicemente.
Ed è allora che il Natale può diventare un profondo vero buon Natale.
Ma non solo Natale, anche ogni giorno del nostro tempo.
E allora a voi tutti un cordiale “Buon Natale”.
Don Gianni.
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Il prossimo bollettino “Insieme” uscirà sabato 4 gennaio 2020.
Buona fine d’anno 2019 e buon inizio 2020!