Natale… povero

Scarica il bollettino Insieme del 27 dicembre

Parlando dal di fuori, è un Natale povero quello che stiamo vivendo, povero anche religiosamente, o per meglio dire, liturgicamente: povero nelle celebrazioni, nelle liturgie, nella partecipazione.
Tutte quelle cose cui eravamo abituati e alle quali abbiamo dovuto rinunciare, ci hanno costretti a celebrare un Natale più povero…
Delusi? Forse un po’. Era bello ed allargava il cuore: la festosità dei canti, la coralità della risposta, quel tocco di poesia, la comunità…
Ma, a pensarci su bene forse anche qui è il Signore che ci chiama ad assomigliare di più al bambino Gesù, avvolto in fasce e nient’altro: paglia e mangiatoia.
Sì, sì, va bene tutto… ma siamo proprio fuori fase se continuiamo a sognare oltre al Natale povero anche un’Epifania con i doni dei re Magi?
Continuiamo un buon Natale di serenità.

don Gianni.

Mille auguri? Ne basta uno solo

Scarica il bollettino Insieme del 20 dicembre

Un augurio solo, e penso che siamo tutti d’accordo su quale sia l’augurio che condividiamo tutti: che passi questa pandemia.
Poi il resto verrà, o forse no. Dipende da noi. Dalla nostra buona volontà. E dalla nostra spiritualità, dalla nostra preghiera.
Preghiera che torna a modularsi sulle formule antiche delle litanie di una volta: a peste, fame et bello, libera nos Domine: dalla peste, dalla fame e dalla guerra, liberaci, Signore.
E se vogliamo aggiungere qualcosa, al bambino nella culla, io chiederei: “e dall’egoismo, liberaci o Signore”. Che Gesù bambino che attendiamo ci aiuti a fare in modo che anche queste difficoltà che stiamo vivendo diventino un motivo di crescita in umanità.
È possibile, anche se non è scontato.
Buon Natale dal profondo del cuore.

don Gianni

Il segno di Elia

Scarica il bollettino Insieme del 13 dicembre

“… E se volete proprio sapere, egli è quell’Elia che deve venire”, dice Gesù parlando di Giovanni Battista, e rifacendosi a una tradizione che parlava del ritorno di Elia, il grande personaggio dell’antico testamento, ad annunciare la presenza del Messia.
Un segno da saper cogliere.
Ci sono anche nella nostra vita delle persone, delle esistenze che costituiscono un “segno” da cogliere.
Talvolta sono persone famose, segno per folle numerose. Talvolta invece sono persone semplici, insignificanti quasi, segno per pochi vicini.
E non è sempre facile decifrarne il messaggio. Se sono famose perché la loro esistenza è avvolta dalla retorica (quanta retorica, stupida a mio parere, abbiamo sentito e letto nei giorni passati…); se sono persone semplici perché rischiamo semplicemente di non considerarle.
Eppure le persone ci parlano e suscitano in noi reazioni diverse: ci spingono forse ad uscire da noi stessi, a compiere quel bene che resta nascosto e non produce ricompense o vantaggi visibili.
Oppure a puntare il nostro sguardo solo sulla superficie, a diventare persone solo più appariscenti e più banali. A noi la scelta.
Un caro saluto.

don Gianni.

Avvento controvvento

Scarica il bollettino Insieme del 6 dicembre

Questa proposta, nata qualche anno fa un po’ incontrotendenza (controvvento appunto) rispetto all’esagerato consumismo pre natalizio, forse quest’anno ha perso la sua carica provocatoria: le corse frenetiche agli acquisti delle varie domeniche d’oro, d’argento e via dicendo si sono drasticamente ridotte.
Anzi, il commercio soffre effettivamente di questa riduzione dei consumi.
Però la solidarietà non passa di moda. Al contrario, essa fa parte di quel vaccino spirituale che ci protegge dall’attacco dai virus dell’individualismo, del ripiegamento su sè stessi, dell’egoismo.
Quindi, accanto all’appello lanciato dal vescovo Lauro la settimana scorsa, diretto soprattutto a coinvolgere i giovani (che stanno rispondendo benone…), rinnoviamo l’invito a deporre nella culla posta in chiesa, viveri e prodotti per l’igiene personale: la culla viene così “riscaldata” dalla carità cristiana per accogliere il bambino Gesù.
Affinché l’epidemia fisica non si trasformi in epidemia degli animi.
Un caro saluto.

don Gianni.

A tutti i giovani e alle comunità cristiane

Scarica il bollettino Insieme del 29 novembre

La pandemia, oltre all’emergenza sanitaria e ai limiti imposti alla normale vita relazionale, sta provocando conseguenze sempre più pesanti sul versante economico. Vi sono famiglie e persone che faticano a trovare risposta alle normali esigenze quotidiane e, in molti casi, si vedono scivolare nel baratro della povertà.
Ne ho avuto conferma evidente negli incontri recenti avuti sul territorio, dove mi sono recato per l’ultimo saluto ai tanti preti vittime del Covid, Ho raccolto un grido d’allarme diffuso, anche se spesso nascosto.
Accanto a molte lodevoli realtà del privato-sociale, anche la comunità diocesana si è data molto da fare in questi mesi, dalle città al territorio, per venire incontro alle emergenze; è stato anche aperto nei mesi scorsi un fondo solidale della Diocesi che prosegue la sua attività. Ora, però, ci viene chiesto di alzare l’asticella solidale. E per farlo sento che abbiamo urgente bisogno dell’apporto e della creatività dei giovani.
Mi rivolgo quindi direttamente a voi, giovani, pensando anzitutto a quanti frequentano gli incontri di spiritualità di “Passi di Vangelo”, ma parlando in realtà a ogni giovane che abbia voglia di mettersi in gioco, credente o non credente, Vi chiedo ora di compiere “Passi di prossimità”, come abbiamo voluto intitolare questo appello e le iniziative che ne deriveranno. Non sono io a proporvelo. E’ quest’ora della storia – e per chi crede, il
Vangelo stesso – che reclama spazio alle vostre agende e vi chiede di dedicare del tempo a chi fa più fatica.
Abbiamo individuato alcuni servizi diocesani e anche realtà esterne alla Diocesi in cui potreste offrire il vostro contributo solidale. Si tratta di opportunità articolate anche in base alla sensibilità personale: dall’aiuto a vari ambiti di attività della Caritas al supporto alle reti caritative locali; dalla presenza (anche a distanza) accanto ad ammalati, anziani o persone sole, al servizio presso strutture di accoglienza e di solidarietà.
Cari giovani, i vostri “Passi di prossimità” non si misureranno sulla loro lunghezza. Non servono eroismi. Può bastare anche una disponibilità limitata, ma ogni minuto destinato alla gratuità sarà un tesoro prezioso.
Da lunedì 30 novembre 2020 sarà attivo il numero telefonico 348 7421762 (operativo tutti i giorni dalle ore 10 alle 20) e la mail prossimita@diocesitn.it Da ogni angolo del Trentino, se avete dal 18 ai 35 anni, potrete chiamare o scrivere. Troverete a rispondervi persone competenti, che potranno accogliere la vostra disponibilità e indirizzarvi ai referenti e alle realtà coinvolte sui territori. Vi accorderete con loro sulle modalità del vostro servizio.
Ai parroci e alle comunità cristiane chiedo con passione di creare tutte le condizioni per dare casa alla disponibilità dei giovani. Ogni loro apertura, ogni “sì” in risposta a questo appello vorrei trovasse riscontro, pena mortificare il loro entusiasmo e perdere l’occasione per farli sentire parte attiva di una famiglia fraterna. Per quanto attiene ai referenti locali, in fase di avvio abbiamo individuato soprattutto preti, ma sarà loro compito estendere il coinvolgimento ad altri volontari, facendo di “Passi di prossimità” un autentico cammino comunitario.
All’approssimarsi di questo impensabile Natale segnato dalla pandemia, credo che la Chiesa e la comunità trentina abbiano davanti grandi opportunità per dare un colpo d’ala e tracciare sentieri di novità. Per aprire – lo spero – nel prossimo futuro, strade pastorali oltre il già visto e al di là dei nostri recinti ecclesiali, lasciando che a guidare il nostro cammino sia lo Spirito Santo.
+ arcivescovo Lauro
Trento, 26 novembre 2020

Son forse sfuggite le cose di mano anche al Signore
Dio?

Scarica il bollettino Insieme del 22 novembre

È il dubbio che può assalire più di un credente, e più di una volta, soprattutto in questa domenica dove ci viene rilanciato il messaggio che Gesù è il re del tempo e dell’universo e che le cose ce le ha tutte saldamente in mano lui, come sempre, anche se a qualcuno non sembra.
E allora? E allora cerchiamo di stare sereni e con i piedi per terra, nonostante qualche mio confratello prete veda in giro un po’ troppi “diavoli goffi con bizzarre streghe” in
combutta con i potenti della finanza mondiale (questi sì molto fisici e reali!) a tramare per il dominio assoluto sul mondo e la rovina dell’umanità.
Ci fossero anche complotti dei malvagi, e questi complotti producessero lacrime e sofferenza (e in parte ne producono), non ne saremmo sconvolti.
Soffriremo nella sofferenza, è ovvio, ma non ci abbatteremo, perché…
Non perché siamo troppo bravi, ma perché abbiamo fiducia in Cristo re.
Un caro saluto.

don Gianni.

A guardare bene

Scarica il bollettino Insieme del 15 novembre

“A guardarlo bene questo mondo – diceva una persona innamorata – non è poi così brutto come sembra. E la gente in gamba è quella che ti aiuta a vedere questo mondo migliore”.
“Bella scoperta – risponde il cinico – chi è innamorato vede la realtà in modo tutto suo, non in modo giusto, obiettivo!”.
Quale sarà poi il modo giusto di guardare al mondo?
Quello della persona cinica o quello della persona che vuole bene?
Penso che noi, che crediamo in Gesù, dovremmo pendere per la seconda prospettiva. Magari non sempre e assolutamente, magari talvolta con fatica, ma dovremmo pendere da quella parte.
Anche se non siamo così romantici da essere perennemente innamorati, però un po’ di amore per il Signore e per l’umanità dovremmo averlo, quel poco che ci consente di intravvedere, di sbirciare questo mondo migliore.
E di costruirlo con fiducia, serenità e, perché no, anche un po’ d’allegria.
Un caro saluto.

don Gianni.

Ringraziare? E per cosa poi?

Scarica il bollettino Insieme del 8 novembre


Talvolta è una frase che si sente, qualche volta un disagio che si intuisce soltanto, nei nostri rapporti con il Signore.
Qualche volta insomma può succedere che ci sentiamo più nei panni dei torteggiati da parte del Padreterno, che nei panni dei beneficiati. E che quindi sia più logico brontolare che ringraziare.
Capita anche alle persone di fede, almeno in certi momenti di smarrimento. Ricordo una brava persona che diceva di fronte a una malattia: “Non capisco perché il Signore mi abbia mandato questo malanno: e sì che gli ho voluto
sempre bene!”.
Così quest’anno può essere più difficile per qualcuno celebrare la festa del ringraziamento. E non vale il pensiero che ci poteva andare peggio… sarebbero considerazioni da vittime, non da figli.
Un grazie che nasce non dall’evidenza, ma convinto, può essere più prezioso e valido. Rafforza la nostra fede, perché ci ripetiamo che c’è qualcuno che ci vuole bene anche se tutte le cose non vanno per il verso giusto (o meglio per il verso che noi riteniamo giusto).
Allora siamo grati al Signore anche se le cose continuano ad essere difficili, senza cedere al virus della rabbia.
Un caro saluto.

don Gianni.

Fa molto bene fare memoria del bene

Scarica il bollettino Insieme del 1 novembre

Prendo a prestito questa frase di papa Francesco, usata in un contesto più ampio, parlando della memoria dei grandi eventi storici, per applicarla nel nostro contesto personale, alla memoria che facciamo in questi giorni dei nostri morti.
Pensiamo a loro, al bene che hanno fatto e che ci hanno fatto. Senza volerli santificare a tutti i costi, senza far finta che non abbiano avuto limiti e difetti, dei quali abbiamo forse anche sofferto, ma illuminando nel nostro ricordo questo bene.
Persone che spesso non hanno avuto una vita facile, persone che hanno lavorato sodo, persone che hanno magari sofferto da parte di altri, ma hanno perdonato o per lo meno hanno cercato di perdonare, che hanno costruito con onestà e con fiducia un mondo migliore, una società più fraterna…
Lo sappiamo bene che non siamo in grado di misurare “l’efficacia” della loro vita con i nostri criteri umani.
La loro dimensione ormai è quella dell’eternità e a questa eternità, che ha il volto di un Padre, li affidiamo con una preghiera, riscaldati dall’abbraccio del Signore.
Un caro saluto.

don Gianni.

Perle di santi

Scarica il bollettino Insieme del 25 ottobre

Lo sapevate che ci sono in giro tanti santi? Ce ne accorgiamo in ritardo, ma ce ne sono. Soprattutto, sembra impossibile, ma vero, giovani.
La settimana scorsa parlavo di Carlo. Oggi c’è Gianluca. Anche lui morto giovane, a vent’anni.
Così lo presenta in un suo libro un sacerdote che l’ha accompagnato nella sua malattia.
“ Gian non è morto disperato, ma affidato. Non se n’è andato sbattendo la porta, ma incamminandosi.
Non ha chiuso l’esistenza imprecando per un buio che non si meritava, ma desiderando un incontro con la Luce del mondo, appena contemplata nella gioia del Natale.
Quella di Gian, umanamente, è una storia di dolore.
Evangelicamente, una storia di grazia e di bellezza. A soli vent’anni ha dimostrato che si può essere abitati da Dio e dagli uomini.
È possibile farsi amare e amare.
(Marco D’Agostino. Gianluca Firetti, santo della porta accanto.)
A me queste parole sembrano poesia. La poesia della bellezza è della grazia. E penso che aiutino tutti a guardare al mondo con più fiducia.
Un caro saluto.

don Gianni.