Solidarizziamoci e… donate! (2)

Scarica il bollettino Insieme del 18 aprile

Continuano, e nel dirlo mi prende un po’ di irritazione, i proclami e gli appelli alla generosità pretesa e imposta… agli altri, quelli di coloro che dicono ad altri che bisogna essere solidali e bla bla bla.
Per fortuna poi mi accorgo, e qui l’irritazione mi passa, che c’è un bel distacco fra i proclami di tanti arruffapopoli in auge sui media e l’agire della gente comune, che crede e vive concretamente la solidarietà e non ci pensa neanche a proclamare a gran voce “donate”, ma dice sommessamente “dono quel che posso”.
E a guardare bene ci si accorge che questo non vale solo nella generosità, ma in tanti altri campi della nostra vita quotidiana. E l’irritazione dell’inizio diventa sorriso.
Un marziano che captasse le nostre radio e le nostre tv o i nostri social si farebbe, immagino, un quadro piuttosto meschino dell’umanità: ci classificherebbe cinici, crudeli, litigiosi, egoisti, superficiali innamorati di futilità…
Ma poi, se atterrasse con la sua astronave fra la gente comune, non ci metterebbe molto a cambiare idea.
Meno male. Vuol dire che quel “pace a voi” di Gesù Risorto ha attecchito, almeno un po’.
Un caro saluto.

don Gianni.

Sognatori realisti

Scarica il bollettino Insieme del 11 aprile

Scherzi della radio sveglia: stamattina mi sveglia con una canzone che dice “e l’ultima speranza ormai si spegne insieme a noi”.
Ah, no! Dico io, con Bartali, tutto sbagliato, tutto da rifare. Non è proprio la colonna sonora con la quale impostare la giornata.
E come antidoto alla depressione, mi inietto una dose di speranza ripensando e rileggendomi il famoso proclama “io ho ancora un sogno” di Martin Luther King, che esprime bene l’atteggiamento dei discepoli di Gesù risorto: sognatori, sì, ma al contempo concreti realizzatori del sogno: con cose magari piccole, ma positive, sempre sorpassate da un ideale che non stressa, ma dà forza.
“Con questa fede noi saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza”.
Anche oggi, nonostante tutto.
Un caro saluto

don Gianni

Alpha online

Inizio del corso:
martedì 20 aprile 2021
Il corso proseguirà ogni martedì sera per 10 settimane

PROGRAMMA

Struttura di una sessione (esempio)
Immagina una sessione con inizio alle ore 21 e conclusione alle 22.30
● 20.40. si trovano gli organizzatori e chi vuole
● 21.00. Benvenuto
● 21.10. Video
● 21.35. condivisione
● 22.30. Conclusione e saluti
Benvenuto insieme
Riceverai il link dell’incontro Zoom che ti invieremo. La sera dell’incontro, collegati su Zoom, (ognuno dalla propria casa!)
Ogni sessione inizierà con un momento di benvenuto
Video insieme
Dopo il benvenuto, si guarderà il video Alpha di quella sessione, che trasmetteremo noi a tutti i partecipanti contemporaneamente
il video della sessione (durata circa 25 min.)

alcuni video per saperne di più

Per iscriverti basta il nome e un numero di telefono o mail per ricevere il link dell’ incontro zoom

    Auguri da Maria Maddalena e dai discepoli di Emmaus.

    Scarica il bollettino Insieme del 4 aprile

    Tempi duri? Direi proprio di sì, soprattutto per certe categorie, ma in genere un po’ per tutti. Ma che c’entrano Maria Maddalena e i discepoli di Emmaus?
    Scommetto che l’avete già indovinato: tutti e tre incontrano Gesù risorto e non lo riconoscono subito.
    Diventano così un’icona (oggi si dice così, no?) della nostra situazione: sappiamo che Gesù è risorto, ci crediamo, o almeno ci proviamo, accettiamo il fatto che ci cammina
    accanto, ma stentiamo a riconoscerlo.
    Non ci appare con evidenza sfolgorante né nelle nostre vicende personali e familiari, né tanto meno nelle vicende della storia mondiale.
    Eppure l’annuncio ci viene ripetuto senza incertezze: “Cristo è veramente risorto.”
    Se in Quaresima ci siamo allenati bene, in amore verso Dio e verso il prossimo, ci è più facile percepirlo e
    riconoscerlo.
    Altrimenti… ci sono sempre i tempi supplementari.
    Buona Pasqua a tutti.

    don Gianni.

    Mein Jesu, gute Nacht.

    Scarica il bollettino Insieme del 28 marzo

    È un tedesco alla portata di tutti: è il saluto finale nella Passione secondo Matteo di Bach (che, per me, è una delle prove dell’esistenza di Dio).
    Buona notte, mio Gesù, dice l’autore del testo. E noi possiamo aggiungere… dormi nella notte del mio egoismo, della mia sordità alle tue parole… Dormi nella notte dell’umanità che sembra dimenticare le strade della giustizia, dell’accoglienza, del rispetto reciproco. Dormi nella notte di tante nostre stupidaggini alle quali diamo un valore esagerato, quasi fossero la nostra ancora di salvezza. Dormi tranquillo fra gli scherni dei bulli di turno, nell’indifferenza di chi ha cose ben più importanti da fare…
    Riposa tranquillo, tanto noi tutti sappiamo che se Dio dorme è per tre giorni, poi risorge.
    Buona settimana santa.

    don Gianni.

    Solo i cinici e i codardi…

    Scarica il bollettino Insieme del 21 marzo

    … non si svegliano all’aurora, cantava Guccini ai suoi (e miei) tempi. E continuava, da poeta, parlando di indifferenza, disprezzo dei valori e riluttanza nei confronti dei doveri.
    Mi vengono in mente queste parole nel considerare certi atteggiamenti o perlomeno certe tentazioni, che vanno di moda di questi tempi.
    Un cinismo che sembra irridere ai “buoni sentimenti”, ritenendoli, per ben che vada, falsi (“dietro ogni buon sentimento c’è un interesse”), o inopportuni (“sì, va bene, ma non è questo il momento”).
    Eppure, mi chiedo con speranzosa sorpresa, com’è che sembra rifiorire la solidarietà? Com’è che, nonostante alcuni gridino “si salvi chi può”, molti facciano proprio il contrario e si prendano cura?
    Non sarà che è come il seme di cui parla il vangelo, che muore e porta molto frutto?
    O, per essere più cinici: che la bontà sia come l’erbaccia che mette radici dappertutto e salta fuori quando
    meno te l’aspetti?
    Un caro saluto.

    don Gianni.

    Quando la speranza fatica a decollare…

    Scarica il bollettino Insieme del 14 marzo

    Tempi duri per la speranza, quelli che stiamo vivendo: anch’essa, la speranza, sembra affetta da un virus micidiale, cattivo e furbo come il corona-virus.
    A livello mondiale: il pellegrinaggio di papa Francesco in Iraq è un gesto profetico, ma che non sembra avere gran peso sullo scacchiere internazionale nel riportare un po’ di
    pace nel mondo.
    Nemmeno al livello delle nostre vite quotidiane la speranza sembra volare alta: le vicende dei vaccini, che prima fanno fatica ad arrivare e quando arrivano fanno problemi, sembrano fatte apposta per far sì che sprofondiamo nel pessimismo più egoista, che ci comportiamo come i topi che abbandonano la nave prima del naufragio (almeno così dicono, anche se mi chiedo dove andranno mai ‘sti furbi di topi?), e ad abbandonare la nave della solidarietà e dell’agire insieme, per saltare sulle scialuppe dell’ “ognuno per sé”.
    Siamo senz’armi? Non proprio! Ne abbiamo una potente, dice papa Francesco, ed è la preghiera.
    Non lasciamola arrugginire.
    Un caro saluto.

    don Gianni

    L’insulto peggiore qual’è?

    Scarica il bollettino Insieme 7 marzo

    Scelta veramente difficile: troppa merce sul mercato. A me pare che “perdente” sia in buona posizione per vincere (simpatico il gioco di parole, no?). Lo sento spesso anche in
    inglese “loser”!
    In una società fatta per quelli che hanno successo, non c’è di peggio che essere considerati perdenti, poco interessanti, poco attraenti.
    Forse è per questo che non ammettiamo di perdere.
    A cominciare dai politici che commentano le elezioni, per continuare con tutte le altre categorie, per finire a noi stessi.
    Eh sì. Anche a noi costa ammettere di esserci sbagliati, di aver perso. Quando non lo possiamo proprio negare, cerchiamo di salvarci dando la colpa a qualcun altro.
    Forse è per questo che la messa, inizia sempre con il “confesso”.
    La liturgia ci costringe a dire che sbagliamo. E non ci permette nemmeno l’attenuante di dare la colpa agli altri: no no, è per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa.
    Io ci vedo una grande, serena saggezza. Non vi pare?
    Un caro saluto.

    don Gianni

    Selfie di un desiderio

    Scarica il bollettino Insieme del 28 febbraio

    Un “selfie” mi ha colpito, nella tragica vicenda del femminicidio di questi giorni. Un selfie che esprime serenità.
    Per qualcuno, se ho capito bene, è una rappresentazione, falsa, di una realtà che non esiste, un tentativo di imbrogliare il mondo.
    E se invece fosse l’immagine di un desiderio, vero, di un’armonia da raggiungere, una nostalgia espressa con un sorriso ed un abbraccio? Favorita anche da un cappello col la penna e da una maglietta. Quello che san Pietro esprime nel vangelo di oggi, quel “È bello per noi stare qui” per noi tante volte diventa un “Sarebbe bello per noi stare qui… ma purtroppo…”
    Il Signore, che sa leggere la verità che si cela sotto le apparenti banalità dei nostri selfie quotidiani, a quel “ma purtroppo…” ci fa aggiungere e ci aiuta a realizzare un “ma forse vale la pena di tentare”.
    Un caro saluto.

    don Gianni.

    E se fosse già digiuno?

    Scarica il bollettino Insieme del 21 febbraio

    E se quello che viviamo normalmente fosse già digiuno quaresimale gradito al Signore? Non è per schivare gli impegni o per renderci a tutti i costi bravi e immacolati a priori, per dirci che non abbiamo bisogno d’altro, tanto faccio già abbastanza…
    Eppure, probabilmente, ci sono cose che viviamo quotidianamente, magari più per forza che per amore, che hanno già un valore, che sono già preziose agli occhi del Signore, e noi non lo sappiamo… come il vecchio
    quadro dei nonni che tengo in soffitta e che a un certo punto si rivela un Caravaggio.
    Qualche volta basta un po’ di serenità, un po’ di fiducia e di amore e le croste grigie della nostra quotidianità si rivelano opere d’arte.
    Buona quaresima.

    don Gianni