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Questa proposta, nata qualche anno fa un po’ incontrotendenza (controvvento appunto) rispetto all’esagerato consumismo pre natalizio, forse quest’anno ha perso la sua carica provocatoria: le corse frenetiche agli acquisti delle varie domeniche d’oro, d’argento e via dicendo si sono drasticamente ridotte.
Anzi, il commercio soffre effettivamente di questa riduzione dei consumi.
Però la solidarietà non passa di moda. Al contrario, essa fa parte di quel vaccino spirituale che ci protegge dall’attacco dai virus dell’individualismo, del ripiegamento su sè stessi, dell’egoismo.
Quindi, accanto all’appello lanciato dal vescovo Lauro la settimana scorsa, diretto soprattutto a coinvolgere i giovani (che stanno rispondendo benone…), rinnoviamo l’invito a deporre nella culla posta in chiesa, viveri e prodotti per l’igiene personale: la culla viene così “riscaldata” dalla carità cristiana per accogliere il bambino Gesù.
Affinché l’epidemia fisica non si trasformi in epidemia degli animi.
Un caro saluto.
don Gianni.