Scarica il bollettino Insieme del 26 marzo

Cari parrocchiani,
la risurrezione di Lazzaro ci garantisce che la morte non è la fine di tutto.
Dopo il colloquio con le sorelle Marta e Maria, Gesù si reca al sepolcro e lì si turba, piange perché la morte continua a rimanere uno scandalo, un mistero inquietante anche per lui.
Egli si pone di fronte alla tragicità della morte e reagisce con amore, pianto e turbamento; soffre con l’uomo che soffre, piange con coloro che sono nel dolore. Lazzaro diventa rivelazione di fino a dove arriva la salvezza di Dio, diventa prefigurazione della stessa risurrezione di Gesù e segno della salvezza definitiva di tutti gli uomini.
Lazzaro, e con lui ogni uomo, non ha da temere la morte, perché prima di tutto c’è l’amore di Cristo che è più forte della
morte.
Con questa certezza l’esistenza non è più quella di prima. S. Agostino ci ricorda che “Lazzaro sia per te uno specchio:
contemplando te stesso in lui, credi nel pianto di Gesù per te, nell’amore di Gesù per te, credi nel risveglio della risurrezione!”.

Buona domenica!
don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 19 marzo

Cari parrocchiani,
anche oggi il vangelo ci presenta un episodio molto ricco per prepararci alla veglia pasquale, al rinnovamento del
Battesimo.
Questa storia è stata narrata per farci riflettere sulla nostra vita: anche noi siamo nati ciechi, incapaci di vedere Dio, di credere in Lui.
Abbiamo ricevuto il Battesimo perché siamo stati portati da altri a Gesù ed è grazie al Battesimo che il nostro successivo impegno di capire e di testimoniare ha potuto avere esito positivo.
Gesù regala agli uomini i suoi doni ma chiede anche la loro collaborazione fiduciosa. Il cieco obbedisce, va, si lava, guarito e poi riflette su quanto gli è accaduto e così incomincia a crescere nella fede. Prima dice che Gesù è un uomo, poi lo riconosce come un profeta, un uomo che viene da Dio, infine lo adora come Signore.

Buona domenica!
don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 12 marzo

Cari parrocchiani.
Il Vangelo di questa terza domenica di Quaresima ci narra un incontro, avvenuto presso il pozzo di Giacobbe, tra Gesù e
una donna della Samaria. Per gli ebrei di allora, chi parlava con un samaritano diveniva impuro.
Gesù, invece, parla liberamente con quella donna; cosa che stupisce persino lei che è pure una peccatrice. Gesù, che legge nel profondo, lo sa e le annuncia la possibilità di redenzione dal suo stato di vita.
La donna si sente amata e corre ad annunciare che ha incontrato il Messia. Gesù diviene l’acqua della sua sete, il pane della sua fame d’amore vero. Un tale delirio d’amore rientra perfettamente nello stile di conversione guidata da Dio.

Buona domenica!
don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 5 marzo

Cari parrocchiani,
sul Tabor, alle brutture del mondo si contrappone la forza della bellezza. Possiamo avere la fede, ma senza l’attrazione della bellezza perdiamo un elemento cruciale della vita cristiana: la gioia!
A volte sono brutti i nostri ambienti, senza luce, senza il verde delle piante… A volte sono brutte le nostre relazioni fredde e superficiali e brutto il nostro linguaggio volgare. A volte sono brutte le nostre giornate caotiche, vissute nella fretta, nella rivalità, nelle sfide.
Abbiamo bisogno della bellezza di Dio, di incontrarla sul monte, perché l’esperienza luminosa si trasformi in sorgente di forza e di speranza.

Buona domenica!
don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 26 febbraio

Cari parrocchiani,
la pagina del Vangelo di oggi mette i brividi: Gesù è tentato da Satana ed è una scena alla quale si stenterebbe a credere se non fosse proposta dal Vangelo stesso.
Cristo messo alla prova diviene solidale con le nostre tentazioni, con la nostra fatica di esercitare il duro mestiere di vivere da persone umane. Nel suo dramma, l’uomo appare come il grande conteso tra Dio e Satana.
Cristo fa da “arbitro” nella nostra lotta, ma anche da prezioso “alleato” nella nostra vittoria.

Buon cammino quaresimale,
don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 19 febbraio

Cari parrocchiani,
Gesù afferma che il male e l’odio si possono vincere solo contrapponendovi l’amore e la preghiera. Si supera così l’antica legge del “taglione”. L’unico modo per debellare il male è eliminarlo subito al suo sorgere, perché il male non si sconfigge con altro male (che anzi lo fa aumentare), ma solo con il bene. Solo l’amore rinnova il cuore, ci dà occhi pieni di compassione e di comprensione per gli sbagli altrui, ci fa chinare pieni di misericordia sulle necessità degli altri, anche se ci hanno fatto qualche torto.
Gesù è per noi, uomini e donne, il modello da imitare è seguire: dall’alto della croce perdona ai suoi crocifissori, perché non sanno quello che fanno (Luca 23,34). Pur essendo difficile, il perdono e la preghiera per i persecutori caratterizza la nostra vita cristiana e ci rende più leggero il cammino verso Dio.

don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 12 febbraio

Cari parrocchiani,
il Vangelo odierno ci presenta Gesù interessato a far comprendere lo spirito e il cuore della Legge. Agli occhi dei suoi contemporanei, egli apparve come un autentico dissacratore, capace soltanto di infrangere regole e leggi.
Con le parole e la vita dimostrerà, poi, di non essere venuto per abolire, ma per completare la Legge, infondendole il suo spirito d’amore.
Egli non l’ha semplicemente accostata e affidata a ognuno di noi, ma ci chiede di insegnarla diffondendo oltre che di eseguirla amandola.

don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 5 febbraio

Cari parrocchiani,
«Non può restare nascosta una città che sta sopra un monte», afferma il vangelo di oggi. La parola del Signore richiede limpidezza, desidera trasparenza: è inutile nascondersi o mimetizzarsi. Devi essere quello che sei: un uomo di coscienza, un testimone. Nulla può supplire l’amore quando non c’è! Il vangelo squalifica il discepolo “talpa” che passa la vita in mezzo agli altri senza farsi apostolo del suo credo di fede e di amore.

Buona domenica!
don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 29 gennaio

Cari parrocchiani,
tutto il lieto messaggio di Gesù si riflette nelle beatitudini come uno specchio ardente! E colui che ha accolto la buona novella nel più profondo di sé stesso e nel quale questa verità raggiunge le radici dell’esistenza, diventerà naturalmente misericordioso e indulgente nel giudizio che ha sugli altri. Sarà capace di diffondere la pace, perché egli stesso la possiederà. Se solamente fossimo in grado di vivere seguendo l’atteggiamento fondamentale delle beatitudini! Se solamente potessimo amare e avere fiducia come Gesù! Forse allora molti uomini che la vita ha reso amari e chiusi, ai quali le numerose delusioni hanno fatto perdere la fede in Dio e negli uomini, forse potrebbero ugualmente ricominciare a credere nella bontà di Dio e nella sua sollecitudine attraverso la bontà e la sollecitudine umane. Forse allora molti uomini potrebbero ugualmente contare su Dio per instaurare su questa terra il bene e offrirci quello che abbiamo sperato e atteso durante tutta la nostra vita: la sicurezza e la gioia!

don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 22 febbraio

Cari parrocchiani,
l’evangelista Matteo, riprendendo un’immagine del libro di Isaia, ci dice quello che è Gesù per noi: la luce.
Nella nostra vita, vediamo spesso tenebre, resistenze, difficoltà, compiti non risolti che si accumulano davanti a noi come un’enorme montagna, problemi con i figli, o gli amici, con la solitudine, il lavoro non gradito… Ed è tra tutte queste esperienze penose che ci raggiunge la “buona parola”: non vedete solo le tenebre, guardate anche la luce con cui Dio rischiara la vostra vita! Non siamo noi che diamo alla nostra vita il suo senso ultimo. È Lui. Non è né il nostro lavoro, né il nostro sapere, né il nostro successo.
È Lui, e la luce che ci distribuisce. Perché il valore della nostra vita non si basa su quello che facciamo, né sulla considerazione o l’influenza che acquistiamo. Essa prende tutto il suo valore perché Dio ci guarda, si volta verso di noi, senza condizioni, qualsiasi sia il nostro merito, il nostro peccato. E lo sguardo di Dio, in Gesù, non si limita a vedere coloro che Lui chiamerà alla sua sequela, ma riesce a far vedere a loro il loro futuro, apre una prospettiva di futuro in cui impegnare l’intera propria vita.
E così è della sua “parola”: luce e lampada per i passi dell’uomo (cf. Sal 119,105; Pr 6,23), capace di indicare
una via da percorrere.

Insomma, lo sguardo e la parola di Gesù danno vita, suscitano vita, creano possibilità di futuro, illuminano di luce nuova la vita che una persona stava vivendo, offrendole un nuovo punto di vista da cui osservarla, mostrando che l’umano, opacizzato e menomato dalla malattia, dalla violenza, dalla miseria, è il luogo del vero culto a Dio (cf. Mt 4,23).

don Christian