Scarica il bollettino Insieme del 1 ottobre

Cari parrocchiani,
andare nella vigna del Padre significa essere disposti a collaborare con Lui nell’esistenza personale, fatta di professione, di relazioni, di impegni, di preghiera, significa accettare di collaborare con Lui nell’ambiente e nel tempo in cui ci troviamo.
Oggi, forse, noi incarniamo un terzo tipo di figlio: quello. che non ha il coraggio di dire “no”, ma non se la sente nemmeno di dire “sì”, e allora dice: “sì, ma”; “ci andrei, però”. Discute su tutto, su tutti, all’infinito, ma non prende una decisione perché vuole la dilazione delle scelte, pensa di. rimandare a un domani sempre più lontano la conversione definitiva. È malato di verbalismo e dice “ci vuole, bisognerebbe”, ma non dice mai: “Dio mi chiama a fare questo, quello; devo impegnarmi; provo a. prendermi questo compito…”.
Ma grazie al “sì” del figlio Gesù anche noi veniamo resi figli. di Dio: in ogni Eucaristia preghiamo per essere disponibili a fidarci del Padre e a lavorare con gioia e. sollecitudine nella sua. vigna.

Buona domenica! don Christian.

Scarica il bollettino Insieme del 23 settembre

Cari parrocchiani,
il comportamento del padrone che fa dare a tutti lo stesso salario, cominciando quasi provocatoriamente dagli ultimi, ci sembra contrario a ogni giustizia umana. Però, proprio il fatto che questa parabola suscita perplessità, indica che è sempre attuale. Narrandola, Gesù non vuole offrirci un modello di legislazione sindacale, ma intende aiutarci a capire come Dio agisce con noi e come noi dobbiamo comportarci verso gli altri.
Gesù ha voluto ribadire quanto era già stato affermato dal profeta Isaia: i pensieri di Dio non corrispondono ai nostri pensieri e le sue vie non sono le nostre vie.
È veramente una grazia che Dio non segua le regole della giustizia umana, che egli non ci ha voluti e non ci ricompensi secondo i nostri meriti o secondo i nostri peccati: altrimenti saremmo perduti.

Buona domenica!
don Christian.

Scarica il bollettino Insieme del 17 settembre

Cari parrocchiani,
la richiesta di perdono a Dio è credibile se accompagnata dalla concreta pratica del perdono fraterno, un perdono incondizionato, totalmente unilaterale, non preparato da alcuna dichiarazione di
pentimento.
Questo perdono è possibile quando chi è chiamato a perdonare si ricorda del perdono immenso, incommensurabile, ricevuto per primo, lui stesso, da Cristo.
La parabola del servo al quale viene condonato un debito immenso, inestinguibile, afferma che il perdono non può limitarsi a perdonare ciò che è scusabile, ma che esso è tale quando perdona ciò che potrebbe sembrare imperdonabile.
Perdonare l’imperdonabile, non a denti stretti ma «di cuore»: anche questo sta all’interno della vocazione all’amore fraterno!

Buona domenica!
don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 3 e 10 settembre

Cari parrocchiani,
Pietro, l’apostolo sulla cui fede Gesù aveva appena detto che fonderà la sua Chiesa, inciampa subito davanti alle parole del Maestro; vuole allontanare il Signore dalla sua via verso la croce.
Se ha saputo riconoscere la verità riguardante la persona di Gesù (domenica scorsa), egli è ancora lontano dal passare dall’egocentrismo (salvare se stessi) al “cristocentrismo” (perdere se stessi).
Se, per salvarci, il Figlio di Dio ha dovuto soffrire e morire crocifisso, non è certamente per un disegno crudele del Padre celeste; la causa è la gravità della “malattia” da cui doveva “guarirci”.
Solo la “passione” di Gesù strapperà Pietro alle sue illusioni e lo renderà finalmente capace di vivere davvero la sua fede.

Buona domenica!
don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 20 e 27 agosto

Cari parrocchiani,
è stata necessaria una donna di un’altra religione per “convertire” Gesù, per fargli cambiare mentalità. Forse anch’io ho bisogno di una fede capace di passare sopra a bandiere, colori, confini, religioni e campanili.
Forse la fede che devo ricercare è la fede di chi crede con tutto il suo cuore – come una mamma – che nel cuore di Dio non ci sono figli da una parte e cani dall’altra.
Poi, però, è quel Dio che, con la risposta del Figlio, mi mette ancora in crisi: «Avvenga per te come desideri».
Accidenti, allora… che responsabilità i miei desideri!
Ma forse è proprio quello che desidero, il cuore della fede: riuscire a desiderare quello che desidera Dio… è ciò che ci salverà!

Don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 6 e 13 agosto

Cari parrocchiani,
ci sono tempi sospesi, nei quali siamo portati in alto e ci sembra di scorgere l’infinito. I cieli si aprono e possiamo
guardare più in là. Momenti rivelativi: l’amico che ti è accanto è trasfigurato nella luce; il grigiore dell’ordinario è dissolto.
Forse, la beatitudine è proprio questa: poter, anche solo per un momento, vedere l’altro trasfigurato, sentire che è di più di quello che tu conosci. Cogliere che dietro di lui, di lei, c’è una storia, un dialogo intenso.
Forse, ciò che i discepoli hanno visto, raccontando con parole trasfiguranti, non è poi così lontano dell’esperienza di chi ama e guarda l’amato con occhi penetranti. Ed è in questa prospettiva che auguro a voi e alle vostre famiglie una lieta festa della Trasfigurazione!

don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 23 e 30 luglio

Cari parrocchiani,
le parabole di questa domenica descrivono lo stile di Dio nell’esercitare la giustizia.
Immagini semplici, quotidiane, visibili ai nostri occhi, ove la pazienza sostituisce la fretta.
Quell’uomo non ha fretta di raccogliere ciò che è suo e sradicare ciò che non lo è. Attende il tempo maturo per togliere prima il negativo e bruciarlo e tenere poi il buono. Il pittore olandese Johannes Vermeer (XVII secolo) dipinse una donna pesatrice di perle: in piedi, ha davanti a sé un tavolo su cui poggia la mano sinistra, la destra invece tiene un bilanciere con delle perle, nel tentativo di cercare un equilibrio. Lo sguardo è fisso su quel bilanciere. Alle spalle della donna è appeso alla parete un quadro con il giudizio universale.
Ora, come ci vuole pazienza nel tenere in equilibrio un bilanciere, così Dio (prima lettura) ci giudica con mitezza e ci governa con molta indulgenza, scrutando i nostri cuori (seconda lettura).
Che il Signore ci doni il suo sguardo e la sua pazienza per essere più giusti, come Lui.

Buona domenica!
don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 9 e 16 luglio

Cari parrocchiani,
Gesù oggi ci dice: «Venite a me, voi tutti. Non vergognatevi della vostra povertà, non reagite alle difficoltà della vita con la superficialità, con la pretesa di farcela da soli, con l’abbattimento.
Sappiate che non siete soli: io vi amo, vi conduco al Padre.
Ascoltando queste parole e fidandovi di me, troverete ristoro».
Essere cristiani non significa avere tante conoscenze religiose, sapere o fare molte cose, avere grandi progetti, ma ascoltare con il cuore – come rivolte a noi personalmente – le parole di Gesù.
In ogni celebrazione eucaristica, nutrendoci del Corpo e Sangue del Signore, segno efficace dell’amore di Dio, troveremo la forza per camminare nella serenità, nella speranza e nell’impegno.

Buona domenica!
don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 25 giugno e 2 luglio

Cari parrocchiani,
commenta Paolo Curtaz: “Dio sa, Dio conosce. Ma non determina a priori il nostro cammino, non assiste, distratto, alle nostre vicende e alle nostre disgrazie, non è un burattinaio che tutto decide a prescindere. Non cade foglia che Dio non voglia.
Non è così. Bisognerebbe correggere questo detto popolare.
Non cade foglia che Dio non sappia. E se anche il passero cade dal nido delle sue mani, Dio è pronto a riprenderlo e ad accudirlo. Io valgo. Valgo più di molti passeri, dice il Signore.
Dio ci ama, perciò siamo liberi, anche di cedere alla paura, al giudizio, anche di lasciar appassire l’anima. Dio non vuole le. guerre, i morti per fame, l’egoismo delle nazioni, l’arroganza e la violenza. Ci ha creati liberi per fiorire, non per tagliare le radici di chi ci sta accanto. Dio non vuole che ci distruggiamo.
E noi?”

Buona domenica, sempre nelle mani di Dio!
don Christian

Scarica il bollettino Insieme del 11 e 18 giugno

Cari parrocchiani,
“celebrare la festa del Corpus Domini significa riconoscerci comunità che è riunita dall’Eucaristia e che si nutre di questo pane per essere un solo corpo, significa affermare il desiderio che Cristo abiti le nostre case, che Egli si spezzi sulle nostre tavole, per portarlo nelle nostre fraterne relazioni, ovunque e con chiunque saremo… anche con quei giovani che a Messa non vediamo quasi più! Già… perché dove sono i giovani? Il fatto che i giovani non siano a Messa, e neppure nei nostri soliti ambienti, non significa che i giovani non ci siano più e neppure che non vivano una ricerca spirituale; semplicemente non sono dove siamo noi e dove noi – ancora – li aspettiamo; sono in ricerca ma percorrono strade differenti da quelle che abbiamo percorso noi. Il primo passo, di conseguenza, è andare dove sono loro, affiancarsi con discrezione e assumere la postura del compagno di viaggio, con gratuità!
L’obiettivo non è portarli sulle nostre strade, che sono quelle da molti anni, ma imparare da loro e con loro quali nuove strade la Chiesa di oggi può percorrere e quali luoghi può immaginare.
Ecco, forse potremmo partire da qui: semplicemente – da adulti – prenderci il tempo di stare con i giovani che incontriamo (anche per strada, anche al lavoro!) e ascoltarli con rispetto, con pazienza, con il coraggio di prendere sul serio ciò che condividono: la preoccupazione per un futuro che ha i tratti incerti perché la pandemia, la guerra, i cambiamenti climatici rendono faticoso guardare oltre… ma sapendo – noi che un tratto di strada l’abbiamo già percorsa – che già il camminare insieme è foriero di speranza, che anche in questo mondo c’è posto per un Dio che ha scommesso tutto sull’uomo e sulla donna di ogni tempo, e che ancora ha tanto da fare con la nostra umanità.”
[tratto da un articolo di Cecilia Cremonesi].
E allora… buon cammino e buon ascolto!

don Christian