La verità vi farà liberi
…anzi no, la pubblicità!

Scarica il bollettino Insieme del 16 febbraio

A dire il vero non ci credo mica tanto, anzi per niente: parlo di tutto il “battage” pubblicitario che ogni anno si fa sul festival di Sanremo.
Mi puzza molto di finto: non solo lo spettacolo in sé, gli eccessi, le polemiche, le beghe e i dissapori fra i vari personaggi della “fiera”. Le polemiche costruite ad arte sono ormai una costante del mondo della televisione (e della politica anche,
purtroppo)!
Ma non credo neanche ai rilevamenti di ascolto, alle percentuali di gradimento, allo “share”… Avete notato che in questi ultimi anni, ogni anno si parla di boom degli ascolti, di edizioni super che surclassano tutte le precedenti, di vette artistiche mai raggiunte prima, e bla bla bla?
Non saranno tutte bugie per convincerci che italiano è uguale a Sanremo?
C’è da aspettarci di tutto dalla pubblicità.
“Ma io vi dico…” . Questo ritornello che ci ripete Gesù ci riconduce sulla strada più semplice, probabilmente più difficile, sicuramente più vera: cerca di essere misericordioso, limpido nei
tuoi pensieri, sincero.
Un caro saluto.

don Gianni

Abbiamo bisogno di bellezza

Scarica il bollettino Insieme del 9 febbraio
Ha ragione don Cristiano quando scrive su “Comunione e Missione” che l’uomo ha bisogno di cose belle, tanto che fin dalla preistoria ha cercato di fabbricarsi oggetti che fossero non solo
utili e funzionali, ma anche belli.
Abbiamo bisogno di essere circondati dalla bellezza. Anche nella nostra vita spirituale, nella nostra fede, desideriamo una chiesa bella: e capite subito che quando parliamo di chiesa, di
comunità belle non ci riferiamo all’aspetto esteriore… C’entra anche quello, è vero, ma è secondario.
Una comunità è bella quando mi ci trovo bene, quando mi vien voglia di lavorarci perché il mio contributo è apprezzato, e i miei sbagli non provocano una marea di critiche.
Mi trovo a mio agio quando non c’è la gara a gomitate per apparire il più bravo, quando non c’è invidia, o per lo meno questa è mantenuta a livelli tollerabili (e qui sembra che noi preti
dovremmo darci una regolatina…).
Questo scrive don Cristiano per le comunità della nostra diocesi.
Non voglio insinuare che vale soprattutto per noi, ma non oso neanche credere che per noi sia assolutamente inutile.
Un caro saluto

don Gianni.

Edizione 42

Scarica il bollettino Insieme del 2 febbraio

È il quarantaduesimo anno che la chiesa italiana celebra nella prima domenica di febbraio la giornata della vita.
Sono quarantadue anni che ci viene ripetuto che l’accoglienza della vita è qualcosa che ci dovrebbe caratterizzare come credenti.
Un’insistenza che sembra fuori luogo e degna di miglior causa in una società che pare sempre più guardare all’aborto non tanto come situazione limite, ma come un normale, doveroso, irrinunciabile diritto personale.
Così normale e doveroso che una donna che si sente a disagio di fronte a questa scelta, finisce per credersi fuori luogo, sbagliata, vittima di tabù e oscurantismo medievale.
Abbiamo bisogno, soprattutto oggi, di fiducia nel futuro.
Abbiamo bisogno di aprire e di mantenere continuamente aperte le porte alla vita.
A quella che deve ancora sbocciare e a quella che è già sbocciata, ma rischia di appassire per mancanza di amore o per eccesso di amore sbagliato.
Consapevoli che la vita non conosce scarti.
Un caro saluto.

don Gianni.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie

Scarica il bollettino Insieme del 26 gennaio

È una frase dei salmi che sentiamo qualche volta in chiesa e che probabilmente entra anche nella nostra preghiera: fammi conoscere la strada che devo percorrere per arrivare a te, le cose che devo fare per essere un bravo cristiano, una persona per bene… Giusto!
Ma c’è anche il significato inverso: fammi conoscere le tue vie, cioè i modi in cui tu vieni verso di me, entri nella mia vita, perché altrimenti non me ne accorgo: rischio di non vederti quando cammini accanto a me, di non sentire la tua presenza, e poi magari lamentarmi del fatto che tu non ti fai sentire e non mi ascolti.
Chiedere al Signore che ci faccia conoscere le sue vie significa anche guardare a questo nostro mondo, a questa nostra umanità con un occhio benevolo, anche quando sbaglia, anche quando fa apparire la parte malata e cattiva di sé, per guarire noi stessi da quello sguardo malevolo e sospettoso che ci mantiene in un atteggiamento di difesa e di attacco nei confronti del prossimo.
È ingenuità, buonismo, stupidità? No, è fiducia in Dio.
Un caro saluto.

don Gianni.

Adulti duri a capire?

Scarica il bollettino Insieme del 19 gennaio
Mi ha fatto riflettere l’episodio, che abbiamo letto in una delle messe di questi giorni dai libri di Samuele, del ragazzino Samuele che viene chiamato dal Signore. Lui non capisce chi lo sta chiamando e corre da Eli, l’anziano sacerdote del tempio, a presentarsi. E questi non capisce l’ansia del ragazzo e lo rimanda a dormire.
Solo alla terza volta comprende che c’è qualcosa che proviene dal Signore e suggerisce a Samuele il giusto atteggiamento.
Buon tipo, sto Eli, ma forse, pensavo, un po’ duro a capire la novità di Dio. E mi chiedevo se non succede che siamo anche noi oggi un po’ duri di comprendonio a capire le ansie, le disponibilità, le potenzialità di chi bussa alla porta del mondo adulto.
Parlo di noi come chiesa, ma anche come società civile: facciamo spesso solo retorica sulle nuove generazioni e in pratica riproponiamo loro troppo spesso i soliti “valori” fondati sul successo materiale, della competizione esasperata per essere i più bravi di tutti, dell’individualismo più arido…
La durezza del vecchio Eli ci dice che non è facile far centro sempre al primo colpo, ma che con disponibilità, attenzione e profondità si può arrivare ad essere adulti che indirizzano bene.
Un caro saluto.

don Gianni.

È l’indifferenza che ci rovina

scarica il bollettino Insieme del 12 gennaio

Finita la parentesi di bontà natalizia, si torna alla ferocia abituale? Sembrerebbe di sì, guardando a quello che succede nel mondo di nuovo sull’orlo di una guerra totale.
Alla faccia di quella pace, tanto promessa e annunciata e cantata, nella quale pur crediamo e per la quale abbiamo pregato e continuiamo a pregare.
Ai grandi della terra probabilmente il Natale non porta granché. E a noi? È riuscito, riesce a scuoterci almeno un po’ dalla nostra indifferenza? O dobbiamo fare nostre le parole di quel canto d’avvento “…e ti abbiamo visto stabilire la tua tenda fra la nostra indifferenza d’ogni giorno”?
Quel mare della mia indifferenza nella quale mi sento talvolta immerso e nel quale sembra annegare la parte migliore di me!
Meno indifferenza e il Natale non sarà passato invano.
Un caro saluto.

don Gianni.

A chi ama dormire ma si sveglia…

A
chi
ama
dormire
ma si sveglia
sempre di buon
umore. A chi saluta
ancora con un bacio. A
chi lavora molto e si diverte di
più. A chi va in fretta in auto, ma
non suona ai semafori. A chi arriva in
ritardo, ma non cerca scuse. A chi spegne
la televisione per fare due chiacchiere. A chi è
felice il doppio quando fa a metà. A chi si alza presto
per aiutare un amico. A chi ha l’entusiasmo di un bambino
ma pensieri da uomo. A chi vede nero solo quando è buio.
A chi non aspetta Natale
per essere
migliore.
Auguri
auguri
auguri.


Ho copiato questi auguri dal centro diurno Filo Filò. Mi sono piaciuti perché simpatici, sbarazzini e… profondi.
E buona befana a tutti.

don Gianni

La culla è ancora vuota…

scarica il bollettino Insieme del 22 e 29 dicembre

ma a me il presepe piace anche così, senza il bambinello Gesù. Mi piace perché mi sembra che esprima con particolare evidenza la nostra situazione: c’è quel mondo immobile, le attività sospese, tutto passa in secondo piano perché l’attenzione è focalizzata sulla culla ancora vuota: e tutti, anzi, tutto (non solo le persone, ma l’universo intero) attende il Desiderato, l’Amore, il bambino Gesù. È una dimensione che, scommetto, c’è in ciascuno di noi, questo gioire di qualcosa o di qualcuno che non c’è ancora, ma che siamo sicuri che sta per arrivare; una persona o una realtà che risponde al nostro bisogno di bene.
E in questa atmosfera, anche l’attesa, anche la mancanza, anche il limite diventano dolci, leggeri, e ci aiutano a fare posto all’Atteso, in modo che quando arriva sappiamo accoglierlo con gioia, così, semplicemente.
Ed è allora che il Natale può diventare un profondo vero buon Natale.
Ma non solo Natale, anche ogni giorno del nostro tempo.
E allora a voi tutti un cordiale “Buon Natale”.
Don Gianni.
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Il prossimo bollettino “Insieme” uscirà sabato 4 gennaio 2020.
Buona fine d’anno 2019 e buon inizio 2020!

E tre!

scarica il bollettino Insieme del 15 dicembre

Accendiamo anche la terza candela della corona
d’Avvento: cresce il coinvolgimento nell’atmosfera natalizia (e stiamo attenti che per noi credenti non si riduca a frenesia consumistica), e, guarda un po’, perché non ci perdiamo in esteriorità o peggio ancora in emozioni intimistiche, la chiesa ci propone la giornata della carità, a ricordarci che a Natale dovremmo essere più buoni.
Cioè no, mi correggo: non è che a Natale dobbiamo essere più buoni… Ci viene ricordato, in questo tempo in modo particolare, che dobbiamo essere più buoni sempre, cioè che la bontà non può ridursi a un buon sentimento da appendere come ornamento all’albero, ma dovrebbe essere una dimensione costante del nostro essere cristiani, anzi del nostro essere
uomini o donne.
Una dimensione, la bontà, che se non è coltivata, rischia di atrofizzarsi, di scomparire, soprattutto nel mondo d’oggi.
Quelle tre candele illuminano, confortano, riaccendono.
Un caro saluto. don Gianni.
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ATTENZIONE: Il prossimo numero di Insieme uscirà il 22 dicembre e sarà unico per le due settimane da Natale sino all’Epifania.

Non maledire l’oscurità…

scarica il bollettino Insieme del 8 dicembre

…ma accendi una luce. È una saggezza spicciola, che troviamo qua e là (scritta perfino sul muro di una casa) e che esprime una convinzione profonda di chi sa affrontare la realtà
in modo positivo.
E il segno delle corone d’avvento che accendiamo in questi giorni d’avvento, si inserisce proprio in questo realismo positivo del credente.
Quella luce che giorno dopo giorno ci impegniamo a custodire e settimana dopo settimana ci sforziamo di accrescere mostra la nostra filosofia di vita: val più una piccola azione
positiva di mille sterili lamentele.
Anche perché sappiamo, anzi, soprattutto perché
sappiamo che la nostra luce, il nostro piccolo contributo positivo, il nostro impegno, la nostra fatica, perfino il nostro insuccesso, entra, non a vuoto, nella grande luce di Gesù: è lui il grande fuoco che alimentando le nostre fiammelle e
alimentato dalle nostre fiammelle, illumina la nostra notte e riscalda il nostro freddo.
Continuando il nostro avvento con la tenerezza e la fiducia di Maria, un caro saluto.
don Gianni.