Rosario e polemiche

Scarica il bollettino Insieme del 9 maggio

Sembra che ultimamente il rosario, la più diffusa preghiera popolare, da fonte di serenità e di pace, si sia trasformata in fonte di polemiche.
Lasciando da parte quelle politiche di tempi recenti, oggi fa discutere e crea un po’ di perplessità in alcuni credenti la proposta di papa Francesco di una specie di “maratona del rosario”, per chiedere al Signore la fine della pandemia.
Il settimanale Vita Trentina scrive che il rosario non è un bancomat. È vero: nessuna forma di preghiera può essere usata come uno strumento per avere un riscontro da Dio, né come “merce di scambio”, anche se per noi è troppo facile cadere in questo trabocchetto.
Preghiera è affidarsi al Signore con la consapevolezza che Egli segue le nostre vicende con amore di padre, e al tempo stesso impegnarci perché ciò che chiediamo, per quanto dipende da noi, (e mentre lo mettiamo davanti al Signore, lo mettiamo anche davanti alla nostra coscienza), cerchiamo di attuarlo col nostro comportamento adeguato.
Con questo spirito noi, a Ravina e Romagnano, recitiamo il rosario nel mese di maggio.
Un caro saluto

don Gianni.

Vergogna e fierezza

Scarica il bollettino Insieme del 2 maggio

Si possono provare allo stesso tempo due sentimenti così contrastanti come vergogna e fierezza? È quello che ci capita in questi giorni.
È il momento della vergogna, dice papa Francesco, riferendosi all’ultima tragedia dei migranti morti in mare.
Ma è anche il tempo della fierezza, perché c’è chi continua a mostrare il volto migliore della comunità umana, come Nadia, la missionaria laica che svolgeva il suo servizio in Perù, dove è stata uccisa.
La realtà ci mostra i volti diversi di questa umanità: da una parte l’indifferenza di chi non sa o non vuole (o forse non può?) ascoltare la richiesta di aiuto di chi sta per affogare, e dall’altra il volto di chi sa dare la propria vita per gli altri, talvolta anche in modo tragico.
E mentre scrivo m’accorgo che è anche fin troppo facile scrivere… anche commuoversi è facile..
Ma per fortuna ora è anche più facile sperare e agire.
Un caro saluto

don Gianni

Il buon pastore

Scarica il bollettino Insieme del 25 aprile

“Io sono il buon pastore”, ci dice Gesù. Forse l’immagine non è molto di moda (essere paragonati alle pecore, intendo), ma il concetto sì: fa sempre bene sentirsi rassicurati che c’è qualcuno che pensa a noi, che ci protegge, che ci custodisce.
“Pensa a noi”, non “pensa al posto nostro”; “ci custodisce”, non “ci mette sotto chiave”; “ci protegge”, non “elimina dal nostro cammino tutte le difficoltà”.
Questo è il modello di pastore (ma possiamo anche usare un’altra parola) che ogni genitore, educatore, governante o amministratore, insomma che ognuno che ha qualche responsabilità sugli altri vorrebbe e dovrebbe essere, e che vorremmo avere noi stessi: che non decide al posto degli altri, che non li conserva sotto una cappa di vetro, che sa essere vicino, ma non troppo, nelle difficoltà.
E in più aggiungiamoci anche un po’ di pazienza nel sopportare qualche anarchico, che non vuole nessun pastore perché, dice lui, non ne ha bisogno.
Un caro saluto

don Gianni.

Solidarizziamoci e… donate! (2)

Scarica il bollettino Insieme del 18 aprile

Continuano, e nel dirlo mi prende un po’ di irritazione, i proclami e gli appelli alla generosità pretesa e imposta… agli altri, quelli di coloro che dicono ad altri che bisogna essere solidali e bla bla bla.
Per fortuna poi mi accorgo, e qui l’irritazione mi passa, che c’è un bel distacco fra i proclami di tanti arruffapopoli in auge sui media e l’agire della gente comune, che crede e vive concretamente la solidarietà e non ci pensa neanche a proclamare a gran voce “donate”, ma dice sommessamente “dono quel che posso”.
E a guardare bene ci si accorge che questo non vale solo nella generosità, ma in tanti altri campi della nostra vita quotidiana. E l’irritazione dell’inizio diventa sorriso.
Un marziano che captasse le nostre radio e le nostre tv o i nostri social si farebbe, immagino, un quadro piuttosto meschino dell’umanità: ci classificherebbe cinici, crudeli, litigiosi, egoisti, superficiali innamorati di futilità…
Ma poi, se atterrasse con la sua astronave fra la gente comune, non ci metterebbe molto a cambiare idea.
Meno male. Vuol dire che quel “pace a voi” di Gesù Risorto ha attecchito, almeno un po’.
Un caro saluto.

don Gianni.

Sognatori realisti

Scarica il bollettino Insieme del 11 aprile

Scherzi della radio sveglia: stamattina mi sveglia con una canzone che dice “e l’ultima speranza ormai si spegne insieme a noi”.
Ah, no! Dico io, con Bartali, tutto sbagliato, tutto da rifare. Non è proprio la colonna sonora con la quale impostare la giornata.
E come antidoto alla depressione, mi inietto una dose di speranza ripensando e rileggendomi il famoso proclama “io ho ancora un sogno” di Martin Luther King, che esprime bene l’atteggiamento dei discepoli di Gesù risorto: sognatori, sì, ma al contempo concreti realizzatori del sogno: con cose magari piccole, ma positive, sempre sorpassate da un ideale che non stressa, ma dà forza.
“Con questa fede noi saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza”.
Anche oggi, nonostante tutto.
Un caro saluto

don Gianni

Alpha online

Inizio del corso:
martedì 20 aprile 2021
Il corso proseguirà ogni martedì sera per 10 settimane

PROGRAMMA

Struttura di una sessione (esempio)
Immagina una sessione con inizio alle ore 21 e conclusione alle 22.30
● 20.40. si trovano gli organizzatori e chi vuole
● 21.00. Benvenuto
● 21.10. Video
● 21.35. condivisione
● 22.30. Conclusione e saluti
Benvenuto insieme
Riceverai il link dell’incontro Zoom che ti invieremo. La sera dell’incontro, collegati su Zoom, (ognuno dalla propria casa!)
Ogni sessione inizierà con un momento di benvenuto
Video insieme
Dopo il benvenuto, si guarderà il video Alpha di quella sessione, che trasmetteremo noi a tutti i partecipanti contemporaneamente
il video della sessione (durata circa 25 min.)

alcuni video per saperne di più

Per iscriverti basta il nome e un numero di telefono o mail per ricevere il link dell’ incontro zoom

    Auguri da Maria Maddalena e dai discepoli di Emmaus.

    Scarica il bollettino Insieme del 4 aprile

    Tempi duri? Direi proprio di sì, soprattutto per certe categorie, ma in genere un po’ per tutti. Ma che c’entrano Maria Maddalena e i discepoli di Emmaus?
    Scommetto che l’avete già indovinato: tutti e tre incontrano Gesù risorto e non lo riconoscono subito.
    Diventano così un’icona (oggi si dice così, no?) della nostra situazione: sappiamo che Gesù è risorto, ci crediamo, o almeno ci proviamo, accettiamo il fatto che ci cammina
    accanto, ma stentiamo a riconoscerlo.
    Non ci appare con evidenza sfolgorante né nelle nostre vicende personali e familiari, né tanto meno nelle vicende della storia mondiale.
    Eppure l’annuncio ci viene ripetuto senza incertezze: “Cristo è veramente risorto.”
    Se in Quaresima ci siamo allenati bene, in amore verso Dio e verso il prossimo, ci è più facile percepirlo e
    riconoscerlo.
    Altrimenti… ci sono sempre i tempi supplementari.
    Buona Pasqua a tutti.

    don Gianni.

    Mein Jesu, gute Nacht.

    Scarica il bollettino Insieme del 28 marzo

    È un tedesco alla portata di tutti: è il saluto finale nella Passione secondo Matteo di Bach (che, per me, è una delle prove dell’esistenza di Dio).
    Buona notte, mio Gesù, dice l’autore del testo. E noi possiamo aggiungere… dormi nella notte del mio egoismo, della mia sordità alle tue parole… Dormi nella notte dell’umanità che sembra dimenticare le strade della giustizia, dell’accoglienza, del rispetto reciproco. Dormi nella notte di tante nostre stupidaggini alle quali diamo un valore esagerato, quasi fossero la nostra ancora di salvezza. Dormi tranquillo fra gli scherni dei bulli di turno, nell’indifferenza di chi ha cose ben più importanti da fare…
    Riposa tranquillo, tanto noi tutti sappiamo che se Dio dorme è per tre giorni, poi risorge.
    Buona settimana santa.

    don Gianni.

    Solo i cinici e i codardi…

    Scarica il bollettino Insieme del 21 marzo

    … non si svegliano all’aurora, cantava Guccini ai suoi (e miei) tempi. E continuava, da poeta, parlando di indifferenza, disprezzo dei valori e riluttanza nei confronti dei doveri.
    Mi vengono in mente queste parole nel considerare certi atteggiamenti o perlomeno certe tentazioni, che vanno di moda di questi tempi.
    Un cinismo che sembra irridere ai “buoni sentimenti”, ritenendoli, per ben che vada, falsi (“dietro ogni buon sentimento c’è un interesse”), o inopportuni (“sì, va bene, ma non è questo il momento”).
    Eppure, mi chiedo con speranzosa sorpresa, com’è che sembra rifiorire la solidarietà? Com’è che, nonostante alcuni gridino “si salvi chi può”, molti facciano proprio il contrario e si prendano cura?
    Non sarà che è come il seme di cui parla il vangelo, che muore e porta molto frutto?
    O, per essere più cinici: che la bontà sia come l’erbaccia che mette radici dappertutto e salta fuori quando
    meno te l’aspetti?
    Un caro saluto.

    don Gianni.

    Quando la speranza fatica a decollare…

    Scarica il bollettino Insieme del 14 marzo

    Tempi duri per la speranza, quelli che stiamo vivendo: anch’essa, la speranza, sembra affetta da un virus micidiale, cattivo e furbo come il corona-virus.
    A livello mondiale: il pellegrinaggio di papa Francesco in Iraq è un gesto profetico, ma che non sembra avere gran peso sullo scacchiere internazionale nel riportare un po’ di
    pace nel mondo.
    Nemmeno al livello delle nostre vite quotidiane la speranza sembra volare alta: le vicende dei vaccini, che prima fanno fatica ad arrivare e quando arrivano fanno problemi, sembrano fatte apposta per far sì che sprofondiamo nel pessimismo più egoista, che ci comportiamo come i topi che abbandonano la nave prima del naufragio (almeno così dicono, anche se mi chiedo dove andranno mai ‘sti furbi di topi?), e ad abbandonare la nave della solidarietà e dell’agire insieme, per saltare sulle scialuppe dell’ “ognuno per sé”.
    Siamo senz’armi? Non proprio! Ne abbiamo una potente, dice papa Francesco, ed è la preghiera.
    Non lasciamola arrugginire.
    Un caro saluto.

    don Gianni