Pronti, partenza, via. Un’avventura comune inizia.

Scarica il bollettino Insieme del 31 ottobre

La vita ci fa fare piccoli e grandi passi in avanti, ma se poniamo il Signore come nostra guida, tutto è destinato a svilupparsi per il meglio. L’importante è tenere ben aperti gli occhi del cuore per vedere i segnali che Dio mette sul nostro cammino. Veniamo da un anno difficile e, pian piano ritorniamo alla normalità. Facciamo in modo che non sia un tornare a stanche abitudini, ma chiediamo a Dio di aprirci al soffio dello Spirito. La lettera del nostro Vescovo:
“Occhi”, può aiutarci a compiere questo percorso di vita che stiamo iniziando insieme.

Don Emanuele

Re in servizio

Scarica il bollettino Insieme del 17 ottobre

Scarica la locandina con gli orari delle celebrazioni per l’ingresso del nuovo parroco

Avete mai provato a mettervi a testa in giù e osservare il mondo? Pavimento di nuvole, cieli di prato e tutto molto strano che si muove lì in mezzo. Solitamente quando i bambini fanno questo gioco, dopo un po’ la mamma interviene per rimettere in ordine la situazione, evitando che “il sangue vada alla testa”.
Gesù invece, ci invita continuamente a fare questo gioco!
Cambiando prospettiva, scambiando il posto a vincitori e vinti, rivoluzionando la nostra idea di ciò che è potente e forte, facendoci vedere (con l’esempio!) che si
può essere re anche quando si lavano i piedi agli altri.
Lo sanno bene le mamme e i papà che compiono quotidianamente tanti gesti di servizio e cura, anche faticosi.
Proviamoci e scopriremo piccoli dettagli di cura e amore su cui soffermarci, esercizio buono per la nostra vita.
(da Vita Trentina del 17 ottobre 2021)

Senza cadere nel patetico…

Scarica il bollettino Insieme del 10 ottobre

Carissimi Ravinoti e Romagnani, alla fine di un lungo periodo passato insieme, giunge l’ora dei saluti.
C’è già stato quello “ufficiale” due domeniche fa; ce ne sono stati altri personali di gente che ha voluto esprimermi la sua simpatia in queste ultime settimane, gente che ringrazio di cuore.
Mancavano i miei: adesso che è arrivata l’ultima domenica ci stanno anche quelli.
Che dire? So che non vi aspettate frasi ad effetto, anche perché sapete che non sono nel mio stile. Poche parole, semplici
e sincere.
Voi siete stati le comunità (diciamo pure la comunità) con la quale sono rimasto più a lungo; sono rimasto qui per dodici anni, un record di permanenza per me.
Mi sono trovato bene con voi e mi pare di poter dire che un certo lavoro nella vigna del Signore l’abbiamo svolto anche bene, con serietà, con passione e con impegno, riuscendo a valorizzare i talenti di ognuno e riuscendo a superare le difficoltà e le incomprensioni che ci siamo trovati ad affrontare.
Non tutto è stato perfetto, è ovvio. Coi giovani, l’ho già detto, non sono riuscito a creare un dialogo e me ne dispiace; sono anche consapevole che in alcune situazioni non ho agito proprio con saggezza, e qualcuno s’è sentito ferito…; sono i limiti personali che ci portiamo tutti dietro, le righe storte sulle quali però il Signore sa scrivere diritto.
E io sono convinto che il Signore ha scritto belle pagine (righe storte o diritte che siano) nella vita di ciascuno di noi e che continuerà a scriverle, guidandoci con la sua Parola e con il suo Spirito.
A don Emanuele lascio due belle comunità cristiane (e anche qualche gatta da pelare, a dire il vero), disponibili a lasciarsi interrogare e a dare risposte generose.
Me ne vado con molti bei ricordi nel cuore e anche con un pizzico di nostalgia.


Arrivederci.
Un abbraccio.

don Gianni.

Testimoni e profeti

Scarica il bollettino Insieme del 3 ottobre

Ce lo ricorda papa Francesco, in questo mese missionario: siamo profeti se riusciamo ad essere testimoni.
Testimoni di che? Di che cosa ha bisogno l’umanità di oggi?
Di tante cose, ma direi soprattutto di speranza. Di convinzione che le cose possono migliorare.
Con l’impegno di tutti, si dice.
Eh no! Se aspettiamo l’impegno di tutti, non ci muoveremo mai.
Con il mio impegno. So che non è sufficiente, che non basta. Ma è l’unica cosa che posso garantire. Ed è questo che è necessario per migliorare e aiutare a migliorare.
Ed il Signore mi garantisce che non sono un illuso, che anche il mio contributo, per quanto piccolo, serve.
E allora la mia testimonianza si illumina del sorriso della profezia.
Quella profezia che assicura che esiste già quello che ancora non è evidente del tutto: che siamo tutti fratelli.
Un caro saluto.

don Gianni.

Avvocati delle cause perse?

Scarica il bollettino Insieme del 26 settembre

Noi credenti rischiamo di passare spesso come “avvocati delle cause perse”, nel senso che insistiamo nel proporre temi, comportamenti, idee che sembrano non avere più gran seguito fra la gente.
Esempi? Beh, l’aborto potrebbe essere il primo. Probabilmente sono fuori dal mondo, ma proprio non ce la faccio a pensare all’aborto come in primis un diritto assoluto della donna. Per quanto mi sforzi, il diritto del bambino non nato torna inevitabilmente a occupare lui il primo posto.
Altro esempio: l’attenzione ai migranti, che viene sottolineata in questa domenica. Anche qui, papa Francesco in testa, non siamo in molti a parlare di accoglienza.
Adesso, complici i profughi afghani che non possiamo far finta che non ci siano, le polemiche si sono un po’ assopite, ma il sentire comune lo sappiamo tutti qual è.
Naturalmente non ci abbattiamo e non ci arrabbiamo se altri la pensano in modo diverso. Con serenità e (speriamo) coerenza, annunciamo quello in cui crediamo.
Un caro saluto.

don Gianni.

Parole, parole, parole….

Scarica il bollettino Insieme del 19 settembre

Perfino papa Francesco, parlando del mare di parole in cui siamo immersi e dal quale siamo disorientati, citava la canzone di Mina che cantava: parole, soltanto parole fra noi.
Eppure la parola è una bella cosa. Non pensiamo soltanto al disagio di qualche parola storta, detta o ricevuta, che ha rotto purtroppo qualche relazione o ci ha avvelenato l’anima.
Pensiamo anche alla dolcezza provata quando abbiamo sentito una parola giusta detta al momento giusto.
Pensiamoci con un grazie.
Oppure alla dolce sorpresa quando siamo riusciti ad entrare, con una parola dettata dall’affetto, nel cuore di qualcuno, provocando o favorendo qualcosa di bello.
E sentiamo tutti, ne sono certo, l’impegno a far sì che le nostre parole siano sempre meno parole vuote e sempre più parole che si fanno concrete, che diventano vita.
E allora capiamo perché Gesù lo chiamiamo “il Verbo, la Parola”, e capiamo anche, almeno un po’, che la “Parola si è fatta carne”.
Un caro saluto.

don Gianni.

Siamo tutti sulla stessa barca…
…ma è proprio vero?

Scarica il bollettino Insieme del 12 settembre

“Siamo tutti sulla stessa barca” è un concetto ripetuto spesso da papa Francesco, ma non solo da lui, in questi mesi passati.
Ci siamo resi conto di essere tutti fragili e di poter uscire da questa fragilità solo agendo insieme.
Ma al tempo stesso ci accorgiamo che l’emergenza ha fatto esplodere le disuguaglianze già esistenti a livello mondiale, con il solco sempre più profondo fra paesi ricchi e paesi poveri.
Ma ce ne stiamo accorgendo, e con sgomento, anche a livello locale, nella nostra società, che si sta dividendo con una frattura sempre più profonda proprio sul modo di uscire da questa pandemia.
Forse è bene che le contraddizioni interne esplodano, così almeno ce ne rendiamo conto e ci possiamo “allenare” a convivere nella diversità senza azzannarci a vicenda.
E se vacilla la sicumera di aver sempre ragione, forse non è del tutto una cosa negativa.
Un caro saluto.

don Gianni.

Sembra facile…

Scarica il bollettino Insieme del 5 settembre

“Dobbiamo saper annunciare la speranza, evitando atteggiamenti di lamentela o di rimpianto: è ora di rimboccarsi le maniche e offrire la speranza come antidoto per questo nostro tempo difficile”
Sono parole del nostro vescovo al convegno italiano delle scuole cattoliche.
Sono d’accordo, ma mi accorgo che il mio accordo è facile in teoria, più difficile in pratica.
Forse è perché si invecchia, ma mi pare che il cadere nei trabocchetti del rimpianto dei tempi passati, unito di solito al lamento per la situazione presente, è sempre più facile.
Ed è vero anche che come credenti in Gesù dovremmo saper offrire speranza. Ma non sappiamo come fare: le parole e i discorsi, lo sappiamo tutti, entrano da un orecchio ed escono dall’altro; gli atteggiamenti di circostanza non convincono perché puzzano di artificiale… e allora?
Forse conta di più ripetere a noi stessi di avere fiducia noi per primi, spegnere le lamentele e provare a dirci che il Signore è all’opera anche adesso e ci chiede semplicemente di dargli una mano.
Un caro saluto.

don Gianni.

Il papa è preoccupato

Scarica il bollettino Insieme del 29 agosto

Ho letto che papa Francesco è preoccupato per il calo della frequenza alla messa, tendenza già in atto prima della pandemia, ma che con il covid ha avuto un’impennata “legittimata” dalla prudenza.
Solo che ora, invece di notare un graduale ritorno, almeno parziale, sembra che si sia colta la palla al balzo.
Molti cristiani si sono accorti che si vive e si prospera anche senza andare a messa.
E che inoltre si può essere brave persone, cittadini onesti e rispettosi degli altri, gente altruista e pronta a dare una mano anche senza andare a messa…
E allora, perché il papa si preoccupa?
Forse perché vede venir meno il rapporto personale con Dio?
È vero che Gesù a san Pietro non ha chiesto “Pietro, vai a messa tutte le domeniche?”. Però gli ha chiesto “Pietro, mi vuoi bene?” E Pietro gli ha risposto: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene”.
E noi, possiamo dire altrettanto?
Un caro saluto

don Gianni.

La Madonna non è più di moda…

Scarica il bollettino Insieme del 15 e 22 agosto

Sembra scontato, e non mi riferisco alla cantante (anche quella ormai non più sulla cresta dell’onda, mi pare), ma proprio a Maria Vergine.
Una figura che sembrerebbe non aver più niente da dire a nessuno, al giorno d’oggi. All’infuori delle poche anime pie che pregano il rosario.
Eppure il messaggio che ci ripropongono le sue feste è qualcosa che incide nella nostra società più di quanto appaia e risponde alle attese dell’umanità più di quanto crediamo.
La festa dell’Assunzione di Maria al cielo, per esempio.
Ci assicura che anche la nostra umanità (la nostra dimensione fisica, ma anche quello che la accompagna, sentimenti, affetti, capacità e talenti…) entrerà nell’eternità, cioè non sarà distrutta dalla morte.
Un messaggio, questo, che sembra non dire niente a tanta gente che guarda solo al presente e giudica “vero” solo quello che si riferisce a questo mondo e a questo tempo.
Sembra non dire niente, ma è proprio vero?
Un caro saluto.

don Gianni