scarica il bollettino Insieme del 30 settembre 2018
Avete notato come sia diffusa la tendenza a definire le persone, il loro modo di agire, una politica, un modo di governare o di fare azione pastorale, addirittura il tifo sportivo con il concetto di anti…qualcosa: antifascista, antiimmigrati, antifrancesco, antijuventino….?
A me personalmente non piace mica tanto: preferisco definirmi pro-qualcosa piuttosto che anti. Per esempio non sono favorevole all’aborto, ma piuttosto che anti-abortista mi definisco pro-vita. Anche antifascista mi va stretto… preferirei pro-democrazia o qualcosa del genere.
Mi pare che l’insistere sull’anti (lo vediamo chiaramente soprattutto in politica), radicalizzi le posizioni, faccia scegliere non tanto in funzione del bene comune, quanto del danno
procurato all’avversario e aumenti in definitiva le divisioni.
La spiritualità di ogni tradizione religiosa, in particolare di quella cristiana, indica il principe del male col nome di “diavolo”, che significa “colui che separa, che crea divisione”. Il vangelo di Gesù, al contrario, ci spinge ad essere creatori di unità, di armonia, di condivisione. Degli anti-diavoli, appunto. (… e qui mi do un po’ la zappa sui piedi…)
Un caro saluto.
don Gianni.