Scarica il bollettino Insieme del 22 febbraio
Cari parrocchiani,
l’evangelista Matteo, riprendendo un’immagine del libro di Isaia, ci dice quello che è Gesù per noi: la luce.
Nella nostra vita, vediamo spesso tenebre, resistenze, difficoltà, compiti non risolti che si accumulano davanti a noi come un’enorme montagna, problemi con i figli, o gli amici, con la solitudine, il lavoro non gradito… Ed è tra tutte queste esperienze penose che ci raggiunge la “buona parola”: non vedete solo le tenebre, guardate anche la luce con cui Dio rischiara la vostra vita! Non siamo noi che diamo alla nostra vita il suo senso ultimo. È Lui. Non è né il nostro lavoro, né il nostro sapere, né il nostro successo.
È Lui, e la luce che ci distribuisce. Perché il valore della nostra vita non si basa su quello che facciamo, né sulla considerazione o l’influenza che acquistiamo. Essa prende tutto il suo valore perché Dio ci guarda, si volta verso di noi, senza condizioni, qualsiasi sia il nostro merito, il nostro peccato. E lo sguardo di Dio, in Gesù, non si limita a vedere coloro che Lui chiamerà alla sua sequela, ma riesce a far vedere a loro il loro futuro, apre una prospettiva di futuro in cui impegnare l’intera propria vita.
E così è della sua “parola”: luce e lampada per i passi dell’uomo (cf. Sal 119,105; Pr 6,23), capace di indicare
una via da percorrere.
Insomma, lo sguardo e la parola di Gesù danno vita, suscitano vita, creano possibilità di futuro, illuminano di luce nuova la vita che una persona stava vivendo, offrendole un nuovo punto di vista da cui osservarla, mostrando che l’umano, opacizzato e menomato dalla malattia, dalla violenza, dalla miseria, è il luogo del vero culto a Dio (cf. Mt 4,23).
don Christian